Il presente scritto rappresenta il testo di una relazione tenuta dell’Hujjatulislam Mohammad Hadi Abdekhoda’i (ex Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso il Vaticano) nella Facoltà di Filosofia dell’Università Complutense di Madrid il 19 gennaio 1999, in occasione di un congresso sulle figure di Jalaloddin Balkhi (più noto in Occidente come Rumi) e Mohyioddin Ibn °Arabi.

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La gnosi islamica

È nostro intento precipuo occuparci, in questo scritto, del secondo dei tre celebri vocaboli, abominati od esaltati, secondo i casi, i quali compaiono sulle bandiere insanguinate della Rivoluzione Francese, con il proposito di trattare in seguito, a Iddio piacendo, anche della “fraternità”, dopo d’avere già detto in passato della “libertà”. Per quel che riguarda quest’ultima, ci permettiamo dunque di rimandare i lettori al nostro precedente scritto dello stesso titolo.

In questi anni si è denunciata, da più parti, la crisi dell’ideale dell’eguaglianza. È una crisi che, se non dovesse arrestarsi e regredire, potrebbe, dell’eguaglianza, segnare la fine, determinando il tramonto del modello democratico, che sull’eguaglianza si fonda, e del valore della libertà, di cui l’eguaglianza costituisce al contempo il presupposto e l’obiettivo. Ma di quale eguaglianza si dichiara la crisi? Di quale dei suoi diversi aspetti si evoca il dissesto? Dobbiamo arrenderci all’idea che dal secolo della redistribuzione si scivoli inesorabilmente nel secolo della diseguaglianza?
Questo libro è una bussola per orientarsi nel difficile discorso dell’eguaglianza: un discorso che appare tanto audace politicamente quanto analiticamente impervio e insidioso. Se l’eguaglianza è in crisi ma se ne difende il valore (‘L’eguaglianza è morta. Viva l’eguaglianza!’), allora va rilanciata con ostinata tenacia. Però, per rilanciarne lo spirito, occorre avere chiare tutte le implicazioni dispiegate dal suo composito vocabolario, che potrà servire lo scopo solo se depurato da ambiguità concettuali e inquadrato, senza reticenze, nelle sue proprie coordinate ideologiche.

Dell’Eguaglianza

<div class="itemFullText">Il trionfo della Rivoluzione Islamica dell'Iran, ripristinando nuovi valori, ha fatto tremare le instabili fondamenta dei governi reazionari e servili della regione, che miravano congiuntamente a unire il loro potere al fine di ostacolare il processo rivoluzionario e di impedirne l’espansione.</div>

La Rivoluzione Islamica e la Guerra Imposta

Il Sacro Corano è il miracolo eterno e la prova vivente della verità dell’Islam. Esso ha invitato i propri avversari, se non credono alla sua origine divina, a produrre qualcosa di simile, anche un solo capitolo[1].

I nemici hanno fallito nel loro intento ed hanno cercato di soffocare la luce dell’Islam dichiarando una guerra dopo l’altra; ciò continua ancora oggi su molti fronti, camuffata sotto molteplici forme.

L’obiettivo principale dei nemici dell’Islam era e rimane il Sacro Corano, che hanno cercato di screditare in molti modi. Ad esempio, affermano che il Profeta (S) aveva appreso queste profonde verità da alcuni giudei o cristiani! Affermano che nel Sacro Corano vi sono affermazioni contraddittorie! Hanno imposto in modo dogmatico l’opinione secondo la quale l’etica coranica appare limitata se comparata con i “sublimi insegnamenti etici” del cristianesimo!

Nessuno di questi argomenti potrebbe esser difeso agli occhi di studiosi indipendenti; i musulmani hanno respinto tutte queste accuse. Basterebbe soltanto leggere la conversazione dell’Amir al-Mu'minin 'Ali (A) con un ateo a proposito del Sacro Corano, per vedere come gli Imam dell’Ahl al-Bayt (A) (i quali, secondo l’hadith[2] al-Thaqalayn, che verrà spiegato successivamente, sono i protettori delle verità coraniche) difesero il Sacro Corano e provarono la sua origine al di là di qualsiasi dubbio[3].

L’obiettivo del presente testo è quello di dimostrare che non è esistito tahrif nel Sacro Corano. La parola tahrif può assumere diversi significati; per quel che qui interessa, ci riferiamo a quello di “alterazione” o “omissione”. Crediamo e siamo fermamente convinti che nel Sacro Corano non vi sia alcuna alterazione, aggiunta o omissione. È perfetto. Allah (SwT) ha dichiarato con chiarezza che Egli Stesso è il Protettore del Libro:

إِنَّا نَحْنُ نَزَّلْنَا الذِّكْرَ وَإِنَّا لَهُ لَحَافِظُونَ

“Inna naĥnu nazzalna aż-żikra wa inna lahu laĥafiďūn”[4]

“Noi abbiamo rivelato il Monito, e Noi ne siamo i protettori”

(Sacro Corano, Sura al-Hijr, 15: 9).

Il Sacro Corano e la sua protezione da qualsiasi alterazione

Breve presentazione della nostra Associazione
L’Associazione Islamica Imam Mahdi (AJ) è nata nel 2004 su iniziativa di un gruppo di Musulmani accomunati dal desiderio di compiacere il Creatore ed avvicinarsi a Lui servendo la Comunità Islamica e la società tutta, senza distinzioni di nazionalità, lingua e razza.
L’Associazione si prefigge lo scopo di sostenere i Musulmani nel loro cammino spirituale, di rafforzare la loro fede e conoscenza e di fornire loro i mezzi per realizzarsi in armonia con la loro intima natura e l’ambiente in cui vivono.
E’ composta da Musulmani e Musulmane aderenti alla scuola Ja’farita o Sciita Duodecimana, i quali intendono approfondire e diffonderne gli insegnamenti attraverso traduzioni e pubblicazioni in italiano ed iniziative culturali in tutto il paese.
L’Associazione crede fermamente nell’unità dei Musulmani ed è pronta e disponibile a collaborare e cooperare con altre associazioni o entità che incoraggiano la fratellanza tra i Credenti.
Pensiamo che solo accettando le differenze e valorizzando la propria identità, sia possibile rapportarsi onestamente col prossimo e stabilire vincoli basati sul reciproco rispetto, contribuendo così ad una società migliore.
Siamo fermamente convinti che l’Islam sia una via completa di vita, che conduce alla felicità ed al successo in questa vita e nell’altra. Crediamo che i Musulmani, solo vivendo in accordo alla Luce discesa con il Sacro Corano, saranno in grado di ritrovare quel senso di tranquillità presente al tempo del nostro amato Profeta (S).
Al fine di edificare noi stessi e raggiungere questo obbiettivo, crediamo sia necessario fissare una solida base su tre punti cardini: la conoscenza, il timore di Iddio e la consapevolezza della condizione degli oppressi.
La conoscenza è quel tesoro nascosto per mezzo del quale l’Islam può essere compreso e presentato alle genti nella maniera più appropriata; il timore di Iddio è il solo mezzo per la purificazione dell’anima, che è ingrediente essenziale per raggiungere l’atmosfera che Iddio l’Altissimo ci ha detto di ottenere; la consapevolezza della condizione degli oppressi è quell’elemento dal quale può nascere una vera identità Islamica, e creando una solida base, crescere sempre, raggiungendo l’elevato scopo dell’Islam.
L’Associazione, che ha carattere nazionale ed i cui membri sono presenti sulla quasi totalità del territorio, ha un proprio Centro Islamico in Roma, con doppio ingresso sito in Via Norcia n. 12 e Via Spello n. 5 (zona Tuscolana-Furio Camillo).
Il Centro – che funziona come punto di incontro per Musulmani ed anche per non Musulmani che intendono approfondire le proprie conoscenze e migliorare se stessi in comunione l’uno con l’altro, sotto gli occhi di Iddio l’Altissimo – è dotato di una propria biblioteca con testi, libri e pubblicazioni in lingua italiana, inglese, francese, spagnola, araba, persiana, urdu ed altre lingue.

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