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I Livelli della Purificazione

Sappi che, mentre l’uomo soggiorna nella dimora della natura e della materia primaria (hayula), egli subisce l’azione delle schiere di Satana e delle schiere di Dio. I soldati di Dio sono i ministri della clemenza, della salvezza e della felicità, e gli arrecano luce, purezza e perfezione. I soldati di Satana sono schierati sul fronte opposto. Ma giacché gli aspetti divini prevalgono su quelli satanici, all’inizio l’uomo per sua disposizione innata è in possesso della luce divina, e felicità e sicurezza sono le sue prerogative, come ci dicono apertamente i nobili hadith ed il Libro di Dio: “Rivolgi il tuo volto alla religione come uomo di pura fede, natura originaria che Iddio ha assegnato agli uomini” (XXX, 30). Per tutto il tempo in cui l’uomo soggiorna in questo mondo, egli può, grazie al suo libero arbitrio, schierarsi per l’uno o pel l’altro fronte. E se dall’inizio alla fine Satana non ha modo di insinuarsi in questa sua disposizione, l’uomo si mantiene divino e luminoso dalla testa ai piedi, puro e felice, e il suo cuore è luce di Dio, senza volgersi ad altri che a Lui. Le sue potenze esteriori ed interiori sono pure e luminose, e nessuno tranne Iddio può farne uso, e Satana non ha parte in lui, né i suoi ministri potrebbero soggiogarlo. Un simile nobile essere è assoluta purezza, luce immacolata senza peccato. Egli è un assoluto dominatore, e gode della stazione originale della “grande infallibilità” (al-‘ismatul-kabirah), e gli altri Infallibili godono della medesima stazione in quanto seguaci e vicari di questa santa essenza. Egli è il Sigillo dei Profeti, e la sua stazione spirituale è quella dell’assoluta perfezione. I suoi vicereggenti, benché separati da lui nelle loro sostanze individue, ne condividono compiutamente la natura e l’infallibilità. D’altra parte, taluni dei Profeti e dei Santi (awliya) non godono della prerogativa dell’assoluta infallibilità, e non vengono protetti del tutto contro le intrusioni di Satana, come sta a dimostrare la vicenda di Adamo e dell’“albero”, che è una delle intrusioni del grande Satana, il capo di tutti i demoni, dato che esso, pur essendo un albero paradisiaco, era nondimeno contraddistinto da una molteplicità di nomi, il che non si accorda con lo stato di compiuta perfezione dell’Uomo Universale. Questo è uno dei significati, o dei livelli, dell’“albero proibito”. Ma se la luce della natura originaria voluta da Dio è contaminata da impurità spirituali o formali, essa si ritrova, nei confronti della Corte della Prossimità e della “Presenza del Diletto” (hadratul-uns), ad una distanza proporzionale alla sua mancanza di purezza, distanza che può accrescersi sino a che la luce della natura originaria non svanisca del tutto, e quello che era il suo dominio venga messo a completa disposizione dei poteri diabolici, ed il suo interno ed il suo esterno, il segreto ed il manifesto, vengano lasciati in balia di Satana. Di un tal uomo Satana diviene il cuore, l’udito, la vista, le gambe e le braccia, e tutti i suoi organi seguono la stessa sorte. Chi si riduce in questo stato – Dio ce ne scampi! – sprofonda nella più assoluta miseria, e mai vedrà il volto della felicità. Tra questi due limiti estremi vi sono innumerevoli stati che solo Iddio Altissimo conosce. Chiunque sia più vicino all’orizzonte della Profezia, è di quelli della “mano destra” (ashabul-yamin), mentre chi è più vicino all’orizzonte satanico, è di quelli della “mano sinistra” (ashabul-yasar). Quel che è peraltro rimarchevole, è che è possibile purificare la natura innata dopo che essa è stata corrotta. L’uomo, sinché dimora in questo mondo, può sottrarsi al dominio di Satana, può facilmente mettersi dalla parte di Dio e delle schiere dei Suoi angeli, che sono i ministri della Sua misericordia. La realtà della lotta contro sé stessi (jihadul-nafs), che secondo l’Inviato di Dio (S) è ancor più meritoria che non la lotta contro i nemici esterni della fede, il “jihad più grande”, consiste nel sottrarsi al dominio di Satana per entrare a far parte della schiera di Dio. A questa stregua, il primo livello della purità è l’obbedienza e l’osservanza delle leggi e dei comandamenti divini. Il secondo livello è l’ornamento delle virtù morali. Il terzo livello è la purità del cuore, che non è altro che la sua completa sottomissione a Dio Altissimo, in virtù della quale esso diviene luminoso, o piuttosto, entra a far parte del mondo di luce e si identifica con uno dei gradi della luce divina. La luminosità del cuore trabocca e trascorre agli altri organi e poteri interni, e il suo intero dominio si tramuta in luce, luce su luce, sino a che il cuore non diviene divino, e la divinità (hadratul-llahut, presenza della divinità, n.d.t.) si manifesta a tutti i livelli, sia interni che esterni. Stando così le cose, la servitù è annichilita e svanisce del tutto, e la Signoria si manifesta apertamente, nel qual caso il cuore del salik (“colui che prende e segue una strada”, nel lessico irfanico “il pellegrino in viaggio verso Dio”, n.d.t.) è sopraffatto dalla pace dell’intimità dell’Altissimo, ama il mondo intero, è rapito nell’estasi divina, i peccati gli vengono perdonati e vengono ricoperti dallo schermo delle “manifestazioni d’amore” (tajalliyatul-hubb) la santità (wilayat) comincia ad apparirgli, ed egli divine degno di partecipare al “Consesso della Gioia” (mahdarul-uns). Dopo di che, vi sono altre stazioni, che non è il caso di menzionare in queste pagine. Da: “Adabu-ssalah”, Discorso 2°, Argomento 2°, Capitolo II)