La concezione di Dio nel Corano
La concezione di Dio nel Corano
Author :
Hujjatulislam Mohammad Hadi Abdekhoda’i*
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Principio e fondamento della fede religiosa è la fede in Dio e nella Sua Unicità. Le vie della conoscenza divina sono molteplici, ma si possono riassumere nelle seguenti tre: gnosi, filosofia, scienza. La via della gnosi ha origine nel cuore ed è subordinata alla purificazione interiore dal male e da un'indole impura; la via della filosofia ha origine nella ragione e necessita di un pensiero logico e di prove razionali; infine la via della scienza ha origine nelle facoltà percettive e si fonda sull'esperienza e sulla sperimentazione. Il Glorioso Corano ci ha indicato ognuna di queste tre vie. Da un lato ci presenta la religione, di cui il principio è la fede in Dio Altissimo, come insita nella natura umana. Dall'altro, nella via teologica, espone prove razionali; ed infine ci offre lo scenario della creazione come luogo di sperimentazione oggettiva della conoscenza di Dio, laddove recita: "Mostreremo loro i Nostri segni nell'universo e nelle loro stesse persone, finché non sia loro chiaro che questa è la verità. Non ti basta che il tuo Signore sia testimone di ogni cosa?"(Sacro Corano, 41: 53). Dio nel Corano è l'esito ultimo di ognuna di queste tre vie, che attrae il cuore dell’essere umano, ne conquista la ragione ed ha nella fede il risultato di una corretta ricerca conoscitiva e del sapere umano. Prende a testimonio il cuore, lo guida attraverso le prove razionali, concepisce l'universo creato come luogo di sperimentazione scientifica che serve ad orientarlo. Nel percorso della conoscenza teologica il Corano non si limita ad indicare una sola via, anche se predilige discutere la via della scienza, legata alle prove della ragione. Nella concezione del Corano la Creazione è paragonabile ad un libro che accresce la conoscenza, di cui ogni parola è segno e prova del Sublime Altissimo, o simile ad un dipinto magnificamente figurato, che dice, in ogni suo particolare, dell'arte e della forza dell'autore, oppure si può paragonare ad un magnifico opificio, di cui ogni vite e volano rimanda alla grandezza dell'ingegnere che lo ha concepito. Al contrario di un filosofo che concepisce Dio solo nella propria mente, o di uno gnostico che vede il riflesso solo nel proprio cuore, il Corano, oltre a cuore e ragione indica, in tutto l'universo sensibile, il luogo della manifestazione del Sublime Altissimo, laddove recita: "In verità, nella creazione dei cieli e della terra e nell'alternarsi della notte e del giorno, ci sono certamente segni per coloro che hanno intelletto"(Sacro Corano, 3: 190). Il Corano ci offre un'immagine della Creazione come di un tessuto perfettamente intrecciato o di una struttura ordinata e impenetrabile a qualsivoglia forma di lacerazione o sgretolamento. Esso stesso si offre come prova logica e testimonianza che rimanda al suo Sapiente e Onnipotente Creatore. Perciò, allorquando raffigura la volta celeste, recita: "...Quindi osserva, vedi una qualsiasi fenditura? Osserva una volta ancora: il tuo sguardo ricadrà stanco e sfinito."(Sacro Corano, 67: 3-4). Nella logica del Corano ogni manifestazione dell'essere è segno del Sublime Altissimo: dal mare, con le sue onde, fino al deserto e alle montagne che si spingono al cielo; dalla terra morbida, piana e fertile, fino al cielo elevato, con i suoi astri belli e affascinanti; dalla pioggia che porta vita cadendo goccia dopo goccia, fino alla terra sterile che rinasce alla fertilità; dal campo coltivato che genera gaudio e benessere, al giardino rigoglioso d'alberi e frutta; dall'incanto della luna allo splendore del sole; dall’alternarsi del giorno e della notte, all'orbita e alla posizione degli astri; e, fra tutti più importante, dall'ordinato pulsare del cuore, alle pieghe del cervello; insomma, un universo riccamente ornato che in sé racchiude i segni e le testimonianze dell'onniscienza e dalla saggezza divina, così come si sono manifestate. Il Corano traccia le forme delle manifestazioni dell'Onnipotenza divina, che appaiono in ogni più piccola parte dell'universo sensibile, e le mostra come testimonianze della creazione e dei segni di Dio. L'ordine, l'equilibrio, la misura e il calcolo racchiusi in ogni essere creato sono ragioni probanti che rendono evidente e imprescindibile l'esistenza di un Creatore di tale perfezione. Un Ordinatore Onnipotente e Onnisciente, non certo una coincidenza cieca e casuale (di eventi), e nemmeno una natura priva di senso e discernimento. La Creazione, nella visione del mondo coranica, è avvenuta nella forma migliore possibile, e quindi ogni cosa è buona in sé. La Creazione è un complesso adornato nella forma più bella, un prodotto che la mano di Dio Eterno e Onnipotente ha fabbricato nella maniera migliore. Ogni cosa è stata creata in sé perfetta, e la Creazione divina non è cosa futile. Nella creazione dell'universo vi sono state sapienza ed un fine, e tale complesso non è inutile e vano. Questa meravigliosa struttura è manifestazione di un Intelletto Eterno ed è dotata di una solidità che deriva dalla sapienza. Ogni particella nella creazione era ed è un segno, fra gli infiniti segni, della divinità e una prova di quella forza imperitura. Il Corano per un verso esprime il concetto che le creature divine sono state prodotte nel migliore dei modi, laddove recita: "E' Colui che ha perfezionato ogni cosa creata..."(Il Sacro Corano, 32: 7) e fa questo attraverso l'uso di molteplici vocaboli, quali migliore, ottimo, equilibrio, valore e misura. Da un lato afferma che l'universo creato non è futile e vano, è bensì fondato su un disegno preciso e questo esprime (per antinomia) attraverso vocaboli quali vizio, perversione, fenditura. Gli Attributi Divini Nella visione del Sacro Corano, Dio da una parte possiede i più alti attributi di perfezione, dall'altra è scevro di qualsiasi difetto. Il Corano, attraverso parole quali "Altissimo" e "Magnifico" ci presenta Dio come superiore a qualsiasi (umana) concezione e ne esprime l'assenza di qualsiasi difetto e imperfezione attraverso parole quali "Santissimo" e "Glorioso". E sempre secondo il Corano, l'universo, pur nella sua grandiosità e bellezza, non testimonia che una minima parte degli attributi divini, essendo segno solo di una parte della magnificenza e bellezza di Dio, della Sua (infinita) purezza e grandezza. Gli attributi di Dio hanno riflesso nelle cose da Lui create, ed ogni particella in maniera diversa è testimonianza dell'Altissimo. Gli attributi si dividono in due categorie: attributi d'essenza e di sostanza. Nella prima categoria rientra l'attributo di Onnisciente, nella seconda quello di Creatore. Consideriamo ora due degli attributi d'essenza: la Sapienza e la Potenza divine. Questo mondo, in tutta la sua grandezza, è testimonianza della sapienza e della forza di Dio. Le biblioteche del mondo, nel loro complesso, con milioni di libri riguardanti le più svariate discipline scritti in differenti lingue, documentano e testimoniano la sapienza e la forza divina. Un libro di astronomia testimonia la sapienza e la forza di Dio nelle galassie. Un libro di anatomia, invece, testimonia la sapienza e la forza di Dio all'interno dell'uomo. In tal senso il Glorioso Corano recita: "Non conosce forse ogni cosa il Creatore che ha dato vita al mondo. Colui che è Onnisciente e discrimina ogni cosa?" (Sacro Corano, 67: 14) Consideriamo sapiente uno specialista in cardiologia perché conosce il corpo umano e le peculiarità del cuore; allo stesso modo consideriamo sapiente un astronomo perché conosce la distanza, l'orbita e il movimento degli astri. Allora Dio, che ha creato milioni di cuori con la loro perfezione, o milioni di astri con la loro grandiosità, non è forse da considerarsi Onnisciente? Allo stesso modo consideriamo dotati di forza e capacità l'ingegnere e il minatore che scavano il cuore della terra ed estraggono elementi da una miniera. Allora non è forse potente quel Creatore e quell'Ingegnere che ha creato milioni di miniere con tutte le loro particolarità? La Conoscenza Divina Nella logica del Corano Dio conosce ogni cosa, sia essa manifesta oppure occulta, generale o particolare, presente, passata o futura. La Sua conoscenza riguarda ogni cosa (1), ogni luogo (2), ogni azione (3), e nulla Gli è ignoto, nemmeno per la più piccola parte (4). La Sua conoscenza è onnicomprensiva, così che Egli conosce sia l’apparenza e l’esteriorità sia l’interiorità e l’essenza più profonda di ogni cosa. (5) Nella dottrina coranica Dio conosce ogni aspetto celato ed occulto della creazione e dell’essere, così come conosce tutto ciò che è manifesto ed evidente (6). Allo stesso modo Egli vede ogni cosa (7) e conosce ogni azione compiuta celatamente dall’essere umano (8), finanche i pensieri che gli attraversano la mente (9) o le tentazioni che gli si presentano al cuore (10). Conosce lo sguardo del traditore e le sue motivazioni interiori, se pur tenta di celarle e nasconderle (11). In qualsiasi situazione un uomo venga a trovarsi, qualsiasi discorso egli pronunci, qualsiasi opera compia, ciò avviene alla presenza di Dio, e Dio gli è testimone e sorvegliante (12). Passato, presente e futuro, al cospetto della conoscenza divina sono identica cosa (13), perché essa è al di fuori della dimensione del tempo. Dio nella concezione della scienza e conoscenza coraniche conosce l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Egli possiede le chiavi di ciò che è nascosto e segreto, e conosce ogni cosa manifesta ed occulta, sia essa sulla terra o nel cielo, in mare o nel deserto, come recita il Corano: “Egli possiede le chiavi dell’occulto, che solo Lui conosce. E conosce quello che c’è nella terra e nei mari. Non cade foglia d’albero senza che Egli ne abbia conoscenza. Non c’è seme nelle tenebre della terra che Egli non conosca o cosa alcuna florida o arida che non siano scritte nel Libro chiarissimo.” (Sacro Corano, 6: 59) La Potenza Divina Dio, nella visione del Nobile Corano, è Onnipotente (14). Non esiste atto o cosa, nel cielo e sulla terra, che possa renderlo incapace e impotente (15). Nel dar vita a questo magnifico complesso della creazione, Egli non ha mai perso forza e potenza (16), né mai ha provato stanchezza (17). Egli governa ogni opera e domina tutti i Suoi servitori. La Sua forza e il Suo dominio, non sono forza o dominio di un essere esercitati su un altro essere di pari valore, bensì forza di un essere superiore esercitata sulle Sue creature (18). Ogni atto che Dio concepisce, avviene per immediata e incontrastata Sua volontà (19); se Egli volesse, potrebbe in un istante cancellare l’opera della creazione (20). La potenza di Dio è accompagnata dalla Sua discrezione, Egli, infatti, può compiere o non compiere un atto (secondo la propria volontà), ma al contempo Egli è Saggio e Onnisciente: saggio perché compie ogni opera secondo un disegno e nel migliore dei modi; onnisciente perché compie ogni opera con perfetta conoscenza e nell’esercizio della propria potenza non conosce errore. Se il Sostentatore priva qualcuno di una grazia o se a un altro la concede, non esiste al mondo fonte alcuna di forza che possa cambiare l’esito di questo Suo atto (21). Fonte di ogni forza è la sacra esistenza divina e ad essa appartengono tutte le forze (22). E non esiste forza o energia alcuna al di fuori della Sua grazia e benevolenza (23). NOTE 1) Il Sacro Corano: 41, 53. 2) Il Sacro Corano: 3, 190. 3) Il Sacro Corano: 67, 3-4. 4) Il Sacro Corano: 32, 7. 5) Il Sacro Corano: 67, 14. 6) Il Sacro Corano: 64, 11. 7) Il Sacro Corano: 21, 28. 8) Il Sacro Corano: 6, 30. 9) Il Sacro Corano: 10, 61. 10) Il Sacro Corano: 65, 5. 11) Il Sacro Corano: 2, 23. 12) Il Sacro Corano: 96, 14. 13) Il Sacro Corano: 9, 78. 14) Il Sacro Corano: 2, 235. 15) Il Sacro Corano: 50, 16. 16) Il Sacro Corano: 40, 19. 17) Il Sacro Corano: 10, 61. 18) Il Sacro Corano: 15, 24. 19) Il Sacro Corano: 6, 59. 20) Il Sacro Corano: 2, 20. 21) Il Sacro Corano: 35, 44. 22) Il Sacro Corano: 46, 33. 23) Il Sacro Corano: 50, 38. 24) Il Sacro Corano: 6, 18. 25) Il Sacro Corano: 3, 47. 26) Il Sacro Corano: 23, 18. 27) Il Sacro Corano: 6, 17. 28) Il Sacro Corano: 2, 165. 29) Il Sacro Corano: 18, 39. * Ex ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran presso il Vaticano e docente di filosofia presso l'Università di Mashhad (Iran). 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