L’Islam, un ordine incomparabile (1)

L’Islam, in ragione della sua profondità e del suo carattere universale, è ordine incomparabile, senza pari, il migliore che, fino ad oggi, sia mai pervenuto all’umanità. In esso sono presenti tutte le strade che guidano verso il bene e che conducono alla felicità. Esso costituisce il rimedio per tutti i mali dell’umanità. La saldezza dei suoi precetti si manifesta in tutti gli aspetti sociali. Le leggi islamiche si riferiscono a tutto ciò che riguarda l’uomo, il suo spirito e la sua vita. L’Islam non è mai stato contaminato dalla corruzione degli attuali sistemi che, talvolta, innalzano l’uomo fino al rango della divinità, in forza del suo orgoglio e del suo amor proprio, ma che, in compenso, gli sottraggono ogni forza e ogni volontà, rendendolo impotente di fronte al determinismo della natura e della materia. Per contro, l’Islam attribuisce all’uomo il suo autentico ruolo, rendendolo consapevole della sua condizione privilegiata ed eccezionale rispetto alle altre creature. Nell’immagine dell’Islam, l’uomo è un essere eterno, profondamente legato ad un’esistenza che la morte non potrà rompere. La dimensione terrena e l’aldilà sono inscindibilmente integrati, e, in ragione di questo legame assoluto fra spirito e corpo, nessuna frattura potrà crearsi in questi due elementi. Questa religione tende a educare questo essere eterno che è l’uomo, ispirandosi alla totalità dell’ordine che regna sull’immenso sistema della creazione. Benché l’eternità abbia proiettato i raggi della sua luce, secondo principi universali e immutabili del mondo sul complesso dei precetti della ricca scuola dell’Islam, essa, allo stesso tempo, ha liberato la strada del progresso e della realizzazione, del pensiero e della discussione sui problemi attuali, allo scopo di conformare la vita, nel suo aspetto evolutivo e continuamente cangiante, ai principi della legge islamica (shari’ah). Dal punto di vista dell’Islam, nonostante la sua componente materiale, l’uomo possiede altre tendenze e inclinazioni. Egli cerca di liberarsi dal giogo di questo mondo materiale per elevarsi allo stadio della perfezione. Il corpo, l’intelletto e lo spirito umano hanno ciascuno esigenze che occorre esaminare imparzialmente. L’Islam aborre la mancanza d’equilibrio. Esso considera il bene dell’uomo sotto ogni aspetto, e tiene conto della totalità delle sue tendenze materiali e spirituali, senza reprimere minimamente le sue inclinazioni e senza recidere, allo scopo di elevarlo spiritualmente, i legami che lo uniscono al mondo materiale. Ciò che conta, innanzi tutto, è l’integrità della natura umana. In sintesi, l’uomo si trova fra due poli opposti: da una parte un insieme d’ideologie e di sistemi concepiti al fine di reprimere gli istinti umani e, dall’altra parte, la libertà animale spinta all’eccesso, assoluta concezione quest’ultima, condivisa da taluni psicologi, tra cui Freud. L’Islam, che non è una teoria astratta, propone all’uomo la ricerca dell’equilibrio fra questi due poli. Esso non cerca di riformare il modo di vita, ma di stimolare la vita stessa. La vasta estensione della sua cultura ha il vantaggio d’essere mobile e costruttiva. È il solo sistema esistente la cui filosofia di vita abbia una valenza universale, ben al di sopra del pensiero materialista, molto più “progressista” dell’ordine che regna in Occidente e che ha regnato in Oriente. Esso può anche sostituire tutti gli altri principi e le ideologie con la sua concezione perfetta, potente e globale, superandoli dal punto di vista della complessiva articolazione strutturale. L’Islam respinge il pensiero dell’assolutismo materialista. Conformemente con la natura dei propri principi, la sua filosofia differisce radicalmente dai sistemi del mondo moderno, i quali rifiutano ogni concezione metafisica della vita e qualsiasi obiettivo non materiale. L’Islam non limita l’uomo alla materia e al denaro, poiché la sua visione del mondo è troppo ampia per poter essere limitata al ristretto ambito delle riforme economiche. Per quanto riguarda il suo stile di vita e il suo percorso esistenziale, esso si fonda su principi spirituali ed etici, così come su regole suscettibili d’adattamento al complessivo sistema della creazione; inoltre, pur istituendo la cooperazione sociale, esso conferisce alla vita un valore superiore rispetto alla sfera materiale. Esso libera l’uomo e la società dalla ristrettezza d’ideali miserevoli. Esso spinge a mobilitare i propri sforzi nel senso del sublime. Occorre propiziare lo sviluppo delle forze umane verso la perfezione a cui sono state destinate dalla creazione. Il principio fondamentale dell’educazione islamica consiste nel depurare i sentimenti umani, orientandoli nella giusta direzione. Essa mira all’appagamento della natura umana, unitamente con tutte le sue esigenze innate e con i suoi bisogni fondamentali. Essa controlla e doma le passioni eccessive, impedendo che gli istinti imprigionino la ragione e prendano in mano le sorti dell’esistenza umana. Così, si salvaguarda la dignità dell’uomo, pur riservando a ciascuno una ragionevole parte di prosperità. Il musulmano deve occuparsi della sua vita materiale, così come deve cercare di soddisfare i suoi bisogni spirituali e le proprie inclinazioni psicologiche. Allorché una tale armonia si stabilisce nel cuore dell’uomo, il singolo e la società si armonizzano reciprocamente. Essi ritrovano, rispettivamente, il proprio equilibrio sul piano del pensiero e del comportamento. Solo allora, l’esistenza s’incammina verso la verità. Dal momento che il principio di questa educazione si fonda su basi ragionevoli, l’invito religioso verso una concezione libera da ogni bruttura e conforme alle regole della vita pratica – è percepito e compreso dai principi razionali connaturati all’animo umano. Il complesso degli insegnamenti e dei doveri islamici è alla portata delle capacità di ogni individuo. L’Islam non impone all’uomo una condotta che sarebbe al di fuori delle sue capacità. Ogni uomo può scegliere la perfezione o l’errore, sottomettendosi o no ai doveri in cambio dei quali egli riceverà la sua ricompensa nel giorno del giudizio. La principale fonte dei diritti è oggi la volontà pubblica. Il fondamento della legge, nei sistemi democratici del mondo moderno, è la volontà della maggioranza (51%) del popolo. Così, il mondo civilizzato riconosce nella “sovranità della volontà umana” il più sacro dei principi sociali. In tal modo, la minoranza perde i suoi diritti anche se il suo parere è giusto. Nell’Islam, invece, tutto è riferito alla volontà divina e non alle inclinazioni e ai sentimenti della maggioranza. Dio è l’unico sovrano, l’adorazione è a Lui riservata, la promulgazione e la decisione degli ordini nel mondo delle creature procedono dalla Sua autorità. http://www.islamshia.org/item/754-l-islam-seyyed-mousavi-lari.html Radio Italia IRIB