Aspirare al martirio
Aspirare al martirio
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Nei primi giorni dell’Islam, molti Musulmani possedevano uno spirito speciale, che possiamo chiamare lo spirito di aspirazione alla shahadat (martirio). L’Imam ‘Ali (A) era il più prominente fra queste persone. Egli dice: “Quando è stato rivelato questo versetto: “Gli uomini credono che li si lascerà dire: ‘Noi crediamo’ senza metterli alla prova?” (29: 2), chiesi al Santo Profeta al riguardo. Sapevo che fintanto che egli sarebbe rimasto in vita, i Musulmani non sarebbero stati sottoposti ad una grande prova. Il Santo Profeta disse che dopo di lui una guerra civile sarebbe sorta tra i Musulmani. Gli ricordai allora che, in occasione della battaglia di Uhud, quando ero afflitto perché un numero di Musulmani erano stati uccisi ed ero stato privato della shahadat, egli mi consolò dicendo che avrei ricevuto il martirio nel futuro. Il Santo Profeta affermò questo e mi chiese di esser paziente questa volta. Gli dissi che sarebbe stata un’occasione per essere grati a Dio e non soltanto per essere pazienti. Poi il Santo Profeta mi disse alcuni dettagli degli eventi che sarebbero accaduti” (1). Questo è quello che cerchiamo di definire per aspirazione alla shahadat. L’Imam 'Ali viveva con la speranza di shahadat. Se l’Imam ‘Ali (A) avesse perso la speranza di ottenere la shahadat, la vita si sarebbe svolta senza senso per lui. Noi abbiamo sempre il nome dell’Imam ‘Ali (A) sulle nostre labbra e affermiamo di essergli fedeli. Se fossero sufficienti le mere espressioni verbali, nessuno Sciita sarebbe migliore di noi. Ma la vera Shi'a richiede anche di seguire i suoi passi. Abbiamo fornito solo un esempio della sua condotta. A parte l’Imam ‘Ali (A), sappiamo di molte altre persone che aspiravano al martirio. Nei primi tempi dell’Islam, ogni Musulmano pregava Dio affinché potesse concederglielo, come è evidente nelle invocazioni che ci hanno lasciato gli Imam (A). Nell’invocazione che si compie durante le notti del santo mese di Ramadan, diciamo: “O Dio! Concedici di essere uccisi nel Tuo Sentiero, in compagnia del Tuo amico (l’Imam) e di raggiungere la shahadat” (2). (...) Il Comandante dei Credenti, l’Imam ‘Ali (AS) era solito dire: “Preferisco essere colpito da mille colpi di spada piuttosto che morire nel mio letto.” (3). Note 1) Cfr. Tabataba’i, Al-Mizan fi Tafsir al-Qur’an, Vol. XVI, p. 110, “abbreviato” dal Nahj al-Balagha. Per una narrazione precisa, cfr. Shahr Nahj al-Balagha, di Ibn Abi al-Hadid, Vol. IX, sermone 157, p. 205 (sermone 155 nell’edizione di Fayd al-Islam; sermone 157 in quella di al-Hajj Salmin). 2) Cfr. Shaykh Abbas al-Qummi, Mafatih al-Jinan, p. 177. 3) Cfr. al-Tusi, Tahahib al-Ahkam, Vol. II, p. 42; Al-Kafi, Vol. III, p. 342; Wasa’il, Vol. XI, pag. 10. islamshia.org Fonte: Radio Italia IRIB