La tendenza a razionalizzare le leggi della Shari’ah*
La tendenza a razionalizzare le leggi della Shari’ah*
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S.M. Rizvi
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Introduzione Perché dobbiamo pregare cinque volte al giorno? Perché cani e maiali sono visti come animali impuri? Perché un animale macellato in maniera non islamica è proibito e ritualmente impuro? Queste sono solo alcune delle tante domande che i nostri giovani hanno posto riguardo le leggi della Shari’ah. Essi vogliono razionalizzare ogni legge della Shari’ah; vogliono conoscere la ragione e lo scopo della legislazione di queste leggi. Questo capitolo si concentra su questa tendenza e cerca di spiegarne la validità o meno. Prima di spiegare la validità o la non-validità, di razionalizzare la Shari’ah, vorremmo chiarire l’attitudine fondamentale di un Musulmano nei confronti di essa. Lo scopo della razionalizzazione L’Islam è un Din, una religione. “Din” indica una completa Via di vita che consiste in credenze e leggi (sia giuridiche che morali). Per trovare l’opinione Islamica circa la comprensione della religione, dobbiamo studiare il Sacro Corano e la Sunnah. Nel Sacro Corano e nella Sunnah possiamo riscontrare due diverse attitudini verso due differenti aspetti del Din. Questi due aspetti sono: - le credenze fondamentali conosciute come usulu’d-Din, le radici della religione; - le leggi della Shari’ah, conosciute come furu’u’d-Din, i rami della religione. Per quanto riguarda le “radici” della religione, l’Islam richiede ai Musulmani di basare la loro fede nei fondamenti della loro religione dopo aver raggiunto la convinzione della loro veridicità attraverso l’analisi e la riflessione. Il Sacro Corano condanna chiaramente coloro che seguono ciecamente gli altri riguardo alle proprie credenze: “Non c’è costrizione nella religione. La Retta Via ben si distingue dall’errore” (Sacro Corano, Sura al-Baqara, 2:256). E dice anche: “Quando si dice loro:- Venite a quello che Dio ha fatto scendere sul Suo Messaggero-, dicono:- Ci basta quello che i nostri avi ci hanno tramandato-. Anche se i loro avi non possedevano scienza alcuna e non erano sulla retta via?” (Sacro Corano, Sura Ma’idah, 5:104). Questa forte condanna agli idolatri che seguivano ciecamente i loro avi è ripetuta in più punti: “E quando si dice loro:- Seguite quello che Dio ha fatto scendere-, essi dicono:- Seguiremo piuttosto quello che seguivano i nostri antenati-. E ciò anche se i loro antenati non comprendevano e non erano ben guidati” (Sacro Corano, Sura al-Baqara, 2:170). e: “E quando si dice loro:- Seguite quello che Dio ha rivelato-, rispondono:- Seguiremo invece quello che abbiamo trovato presso i nostri avi-.” (Sacro Corano, Sura Luqman, 31:21). L’Islam afferma che è possibile considerare la veduta e le opinioni degli altri, ma che bisogna accettare soltanto ciò che è ragionevole da credere: “Annuncia {O Muhammad} la lieta novella ai miei servi che ascoltano la Parola e obbediscono a quanto di meglio essa contiene. Essi sono coloro che Dio ha guidato, sono i dotati di intelletto” (Sacro Corano, Sura az-Zumar, 39:17-18). Inoltre, nei libri di Aĥādīth, troviamo il Profeta (S) e gli Imam dell’Ahl ul-Bayt (as)usare argomentazioni logiche in materia di credo al fine di convincere i loro oppositori o coloro che ricercavano la Verità. Ma per quanto concerne i “rami” della religione, l’Islam richiede al Musulmano l’assoluta obbedienza. La ragione è molto ovvia: quando una persona crede, per sua libera decisione, a Dio, in quanto Creatore e Saggio Legislatore, in Muhammad (S), in quanto infallibile Messaggero di Dio e nel Sacro Corano in quanto autentico messaggio di Dio, allora diventa una conseguenza naturale e necessaria quella di dover aderire alle leggi della Shari’ah. Questa obbedienza assoluta alle leggi della Shari’ah può esser dedotta dai seguenti Versetti: “Quando Dio e il Suo Inviato hanno decretato qualcosa, non è bene che il credente o la credente scelgano a modo loro. Chi disobbedisce a Dio e al Suo Inviato palesemente si travia” (Sacro Corano, Sura al-Ahzab, 33:36). “O credenti! Non anticipate Dio e il Suo Messaggero e temete Dio. Dio è Audiente e Sapiente” (Sacro Corano, Sura al-Hujurat, 49:1). “O voi che credete! Obbedite a Dio, al Messaggero e a coloro di voi che hanno l’autorità {gli Imam (as)}” (Sacro Corano, Sura an-Nisa’, 4:59). “Non abbiamo inviato un Messaggero se non affinché sia obbedito” (Sacro Corano, Sura an-Nisa’, 4:64). Riassumendo: riguardo ai fondamenti dell’Islam, al Musulmano è richiesto di credere solo dopo aver riflettuto; per quanto riguarda invece le leggi dell’Islam, gli è richiesto di seguirle senza riserve. Le categorie delle leggi della Shari'ah Veniamo adesso al motivo per cui le leggi della Shari’ah furono legiferate. Prendendo in considerazione le ragioni e gli scopi di tali leggi, la Shari’ah può esser divisa in quattro categorie: Le leggi le cui ragioni e scopi sono auto-evidenti: ad esempio, aiutare i bisognosi è altamente raccomandato, uccidere è illecito, mentire è male, pagare le tasse come il khums e la zakat è doveroso. Non si ha bisogno di nessun esperto, né di un’intelligenza straordinaria per sapere che aiutare il bisognoso è bene, che pagare le tasse è necessario per preservare l’equilibrio economico nella società e che uccidere e mentire è un male. Le leggi le cui ragioni e scopi sono spiegati nel Sacro Corano e negli Aĥādīth: ad esempio, gli intossicanti sono illeciti, l’usura è illecita, il digiuno durante il mese di Ramadan e le preghiere sono un dovere. Il Sacro Corano e gli Aĥādīth hanno dichiarato che gli intossicanti sono una delle principali cause del male, poiché una persona intossicata non può avere a lungo il controllo di sé stessa. Mentre il mondo ha avuto bisogno di un lungo periodo e di un’amara esperienza per comprendere il danno morale e fisico dell’ampia diffusione dell’alcoolismo, l’Islam millequattrocento anni fa aveva già individuato tale pericolosità dicendo che “il peccato in esso è maggiore del beneficio” (Sacro Corano, Sura al-Baqara, 2:219). Nell’Islam l’usura è illecita. Il Sacro Corano e gli Aĥādīth ci hanno indicato la dannosità di essa. L’usura conduce alla distruzione dei settori poveri della società, mentre tutta la ricchezza gravita intorno alle classi più agiate.1 Il digiuno è un esercizio fisico e spirituale che conduce il servo di Dio presso di Lui, rendendolo più obbediente alla Shari’ah. Le preghiere sono i mezzi per esprimere la nostra gratitudine a Dio: “O voi che credete! Mangiate le buone cose di cui vi abbiamo provvisto e ringraziate Dio” (Sacro Corano, Sura al-Baqara, 2:172). Esse sono un mezzo importante per raggiungere la pace della mente: “In verità i cuori si rassereneranno al Ricordo di Dio” (Sacro Corano, Sura ar-Ra’ad, 13:28). Ed è inoltre un metodo particolarmente efficace per rendere il credente più obbediente alle leggi dell’Islam: “In verità l’orazione preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole” (Sacro Corano, Sura al-‘Ankabut, 29:45). Ci sono molti Aĥādīth dei nostri Imam (as) che spiegano le ragioni e gli scopi di molte leggi della Shari’ah. Shaykh as-Saduq, il noto sapiente sciita, ha raccolto molti di questi Aĥādīth nella sua opera “Ilalu’sh-Sharaya”. Le leggi, le cui ragioni e scopi non sono spiegati nel Sacro Corano o negli Aĥādīth, ma che l’orizzonte esteso della conoscenza umana ci ha aiutato a comprendere: ad esempio, il motivo per cui il maiale è un alimento illecito (2), il motivo per cui la circoncisione è altamente raccomandata dalla Sha°riah o il motivo per cui solo i pesci con le scaglie sono leciti da mangiare nel Fiqh Shi°ita. Riguardo al beneficio della circoncisione, citeremo Sherman Silber che afferma: “Esistono numerose ragioni per cui la pratica della circoncisione è di beneficio per l’uomo e sul motivo per cui essa debba esser fatta durante l’infanzia. Innanzitutto, previene dal cancro del pene nel periodo più tardo della vita. Generalmente, il cancro del pene avviene quando esistono negligenze nel prendersi cura del proprio prepuzio. Un secondo beneficio della circoncisione riguarda le mogli dell’uomo circonciso, le quali sono meno affette da cancro alla cervice. Il beneficio più comune della circoncisione riguarda la prevenzione dall’accumulo di oli e secrezioni sotto il prepuzio, che causerebbe infezioni, gonfiori e, qualche volta, contrazioni del prepuzio”.(3) Riguardo al pesce, alcune ricerche hanno evidenziato che il pesce senza scaglie sia dannoso per l’essere umano, per questo, le truppe Americane nell’est furono convinte che “i pesci tropicali senza scaglie dovevano esser lasciati stare”. Si deve ricordare che le ragioni delle leggi della Shari’ah dedotte dalla conoscenza umana non possono esser viste come “ratio legis” assolute, poiché la conoscenza umana è ancora nella sua fase infantile, mentre l’Islam racchiude la Shari’ah finale di Dio, che deve esser praticata fino alla fine di questo mondo. Comunque, i fenomeni scientifici possono essere usati per spiegare l’utilità e i benefici delle leggi della Shari’ah. Le leggi le cui ragioni e scopi non sono spiegati né nel Sacro Corano, né negli Aĥādīth, né dai nuovi progressi della conoscenza umana: ad esempio, il motivo per cui la preghiera di mezzogiorno, del pomeriggio e della notte consiste di quattro rak’at, mentre quella del tramonto di tre rak’at e quella dell’alba di due. Il giusto approccio Per quanto riguarda i primi tre tipi di leggi della Shari’ah, non vi è problema nello spiegare le loro ragioni e i loro scopi. Il problema sorge nel momento in cui si cerca di razionalizzare quelle leggi che ricadono nella quarta categoria. Riguardo alle leggi della quarta categoria, l’unica cosa che può esser detta è che un Musulmano deve riporre una fede completa nel fatto che in questo tipo di leggi ci sono sicuramente effetti utili. Lo scopo può essere di natura materiale o spirituale, oppure entrambe. Ma perché dobbiamo riporre una così cieca fede a certe leggi della Shari’ah? Perché noi, Musulmani Sciiti Ithna ‘Ashari, crediamo che tutte le azioni decretate da Dio abbiano uno scopo e che queste siano di beneficio per l’umanità: e questo include le leggi della Shari’ah (4). Sulla base di questa credenza, dobbiamo avere fiducia che tutte le Sue Leggi (comprese quelle dei cui scopi non siamo a conoscenza) abbiano uno scopo e siano di beneficio per l’umanità. Un'altra cosa che deve esser chiarita a questo punto è che non è sola responsabilità degli 'Ulama’ (i sapienti delle scienze religiose islamiche) quella di scoprire e spiegare gli scopi e le ragioni indicati dalle leggi della Shari’ah. Il loro dovere primario è, infatti, quello di spiegare le leggi della Shari’ah alle persone. La responsabilità della scoperta e della spiegazione degli scopi delle leggi della Shari’ah deve esser condivisa anche dagli intellettuali Musulmani che sono esperti nella scienza moderna. Sfortunatamente, sono pochi gli intellettuali Musulmani interessati a questo aspetto della Shari’ah, così come le persone interessate alla conoscenza del Sacro Corano e degli Aĥādīth. Piuttosto, dovrebbe esser costruito un ponte tra le scienze religiose e quelle scientifiche. Comunque, grazie a Dio, negli ultimi anni sono stati fatti dei passi in tale direzione. ****** Sebbene, come abbiamo visto, non possiamo sapere le ragioni e gli scopi di una certa legge della Shari’ah, sicuramente una buona ragione ed un utile scopo di ciò che vi è all’origine può esser compreso dal seguente episodio citato anche nel Sacro Corano, il quale dimostra chiaramente che se resi consapevoli delle ragioni di una determinata legge, allora dobbiamo prontamente ammettere che è la cosa più giusta da compiere. Un giorno, mentre stava predicando alla sua gente, il profeta Musa (Mosè) (as) pensò a sé stesso, comprendendo che Dio gli aveva concesso un grande privilegio e che egli era il più sapiente tra gli uomini del suo tempo. Dio, non felice dell’orgoglio che stava montando nella sua mente, mandò l’arcangelo Jibril (Gabriele) (as) ad informare Mosé (as) che vi era una persona, tra i servi di Dio, che era più sapiente di lui. Egli aveva anche indicato un luogo dove andare per poter incontrare questa persona più sapiente. Mosé (as), assieme ad un suo discepolo, si recò da questo sapiente che non è stato mai nominato nel Sacro Corano ma che i nostri Aĥādīth identificano con Khizr. Il Sacro Corano narra in dettaglio il loro incontro: “Chiese Mosé:- Posso seguirti per imparare quello che ti è stato insegnato a proposito della retta via? Rispose:- Non potrai essere paziente con me. Come potresti resistere dinanzi a fatiche che non potrai comprendere?-. Disse Mosé:- Se Dio vuole sarò paziente e non disobbedirò ai tuoi ordini-. E l’altro ribadì:- Se vuoi seguirmi, non dovrai interrogarmi su alcunché prima che io te ne parli. Partirono entrambi e dopo essere saliti su una nave, quello vi produsse una falla. Chiese Mosé:- Hai prodotto la falla per far annegare tutti quanti? Hai certo commesso qualcosa di atroce! Rispose:- Non ti avevo detto che non avresti avuto pazienza insieme con me? Disse:- Non essere in collera per la mia dimenticanza e non impormi una prova troppo difficile-. Continuarono insieme e incontrarono un giovanetto che quello uccise. Insorse Mosé:- Hai ucciso un incolpevole senza ragione di giustizia? Hai certo commesso un’azione orribile!-. Rispose:- Non ti avevo detto che non avresti avuto la pazienza insieme con me?-. Disse Mosé:- Se dopo di ciò ancora ti interrogherò, non mi tenere più insieme con te. Ti prego di scusarmi-. Continuarono insieme e giunsero nei pressi di un abitato. Chiesero da mangiare agli abitanti, ma costoro rifiutarono l’ospitalità. Si imbatterono poi in un muro che minacciava di crollare e quello lo raddrizzò. Disse Mosé:- Potresti ben chiedere un salario per quello che hai fatto-. Disse:- Questa è la separazione. Ti spiegherò il significato di ciò che non hai potuto sopportare con pazienza. Per quel che riguarda la nave, apparteneva a povera gente che lavorava sul mare. L’ho danneggiata perché li inseguiva un tiranno che l’avrebbe presa con forza. Il giovane aveva padre e madre credenti, abbiamo voluto impedire che imponesse loro ribellione e miscredenza e abbiamo voluto che il loro Signore desse loro in cambio un figlio più puro e più degno di affetto. Il muro apparteneva a due orfani della città e alla sua base c’era un tesoro che apparteneva loro. Il loro padre era un uomo virtuoso e il tuo Signore volle che raggiungessero la loro età adulta e disseppellissero il loro tesoro; segno questo della Misericordia del tuo Signore. Ecco quello che non hai potuto sopportare con pazienza-” (Sacro Corano, Sura al-Kahf, 18:66-82). In questa storia sono racchiuse numerose lezioni morali. Quello che è rilevante per la nostra discussione, è che, se un grande Profeta di Dio come Mosé (as), non poté comprendere pienamente il significato delle azioni di un suo simile che era più sapiente di lui, allora come possiamo aspettarci di conoscere la saggezza e lo scopo di ogni legge della Shari’ah che è stata legiferata da Dio, il Saggio, il Creatore Onnisciente e Onnipotente degli uomini e del mondo in cui essi vivono?! NOTE 1) Per una dettagliata discussione sull’usura, vedere Allamah Tabataba’i, Al-Mizan, vol. 4 (Tehran, Wofis, 1982) pp. 295-303. 2) Per una dettagliata discussione sul maiale, vedere: S.S.A. Rizvi, Pork (Tehran: Wofis, 1971). 3) Sherman Silber, The Male (New York: 1981) pp. 115-116. 4) Cfr. ‘Allamah Tabataba’i, al-Babu ‘l-Hadi ‘Ashar (London: Luzac, 1958) pp. 45-46; S.S.A. Rizvi, Justice of God (New Jersey: Pyam-e Aman, 1992), capitolo 1. *Tratto da S.M.Rizvi “Introduzione alla Shariah Islamica”, stampato dall’Associazione Islamica Imam Mahdi (aj). E’ possibile ordinare il testo alla nostra Redazione.
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