Discorso di Seyyed Nasrallah sull’aggressione allo Yemen – 27 marzo 2015
Discorso di Seyyed Nasrallah sull’aggressione allo Yemen – 27 marzo 2015
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Mi rifugio in Dio da Satana il lapidato. Col Nome d’Iddio Clemente e Misericordioso Le benedizioni e la pace discendano sul Sigillo dei Profeti Abul Qasim Muhammad ibn Abdullah, sulla sua pura Famiglia, sui suoi Compagni prescelti e su tutti i profeti e messaggeri. La pace, le benedizioni e la misericordia di Dio siano su tutti voi. Non vi è bisogno di dire che ogni libanese, ogni arabo e ogni persona nel mondo deve prendere posizione di fronte a sviluppi di tale portata come l’aggressione contro lo Yemen. In Libano noi abbiamo espresso in ritardo la nostra perché non volevamo che qualcuno ci accusasse di istigazione dicendo che il Libano non può tollerare questa o quella posizione. Ieri stavo seguendo le notizie sul canale “Al-Arabiya” quando è apparsa la notizia dell’inizio dell’aggressione contro lo Yemen. Era intorno a mezzanotte e le prese di posizione arrivavano una dopo l’altra. Non era trascorsa probabilmente neanche un’ora quando ho visto Saad Hariri parlare, commentare e sostenere l’invasione saudita, condannare il gruppo yemenita e parlare di “intervento iraniano”. Bene, in Libano come altrove tutti i partiti hanno espresso la propria posizione. Si tratta di un diritto naturale: alcuni sostengono l’operazione, altri si oppongono; alcuni sono a favore, altri contrari. Non vi è problema in questo. Anche noi abbiamo il diritto di esprimere la nostra posizione e la nostra visione, che è differente da quella degli altri. Al pari di come rispettiamo il diritto altrui ad esprimere la propria visione e posizione ed utilizzare la terminologia che si ritiene appropriata – sebbene questa terminologia miri a provocarci – anche noi abbiamo questo diritto, e non permettiamo a nessuno di impedirci di esprimere la nostra posizione nei termini che riteniamo appropriati. Parlerò [prima] di due punti relativi alla situazione interna [libanese]. Il primo punto attiene il Tribunale Internazionale (…) Il secondo punto riguarda la nuova campagna di accuse, che abbiamo ascoltato nelle ultime settimane, rivolte contro di noi. Indubbiamente il vuoto alla Presidenza è dannoso per il Libano e lo svolgimento delle elezioni presidenziali è molto importante. Eppure alcuni vogliono addossare agli altri le proprie responsabilità. Parlerò delle accuse rivolte nelle scorse settimane contro l’Iran, e conseguentemente contro Hezbollah. L’Iran viene accusato di bloccare le elezioni presidenziali in Libano. Lasciatemi solo dire che l’Iran non interferisce nelle elezioni presidenziali in Libano, non lo ha mai fatto e non lo farà mai. I francesi hanno contattato gli iraniani con grande insistenza, e gli iraniani gli hanno detto di parlare con i libanesi, trattandosi di una questione interna libanese. L’Iran non ha posto il veto su nessuna personalità libanese per la corsa alla Presidenza; per vostra informazione l’Iran non ha proposto, rifiutato o discusso alcun nome, e pertanto non può esser ritenuto responsabile di bloccare le elezioni. Oggi dobbiamo dire le cose come sono. Chi è responsabile di bloccare le elezioni è ben conosciuto nei media, dietro la scena e nei circoli politici da tutti i libanesi; è un governo specifico, che nominerò presto. Questo governo pone il veto sul più potente, naturale e logico candidato che può portare equilibrio e stabilità in Libano, che gode del sostegno della maggioranza dei cristiani ed è popolare a livello nazionale. Il paese che pone il veto ed impedisce le elezioni è il Regno dell’Arabia Saudita, e nello specifico il suo Ministro degli Esteri Saud al-Faisal. Si tratta di qualcosa che sanno tutti. (…) Sapete che è l’Arabia Saudita a porre il veto e ostruire le elezioni, perché allora ritenete l’Iran responsabile quando non ha nulla a che fare con le elezioni presidenziali libanesi? Siamo noi che decidiamo, eleggiamo e scegliamo. Nessuno dei nostri amici o non amici ci ordina qualcosa. Era circa mezzanotte quando abbiamo ascoltato per la prima volta la notizia che l’Arabia Saudita aveva lanciato una guerra contro lo Yemen, compiendo dei raid aerei ed effettuando dei bombardamenti. In seguito è stato annunciato che dieci paesi sostenevano l’attacco, che era stata formata una coalizione e che la campagna era stata denominata “Tempesta Decisiva”. Parlerò delle mie sensazioni, per poi affrontare gli aspetti politici. Nel seguire le notizie e i commenti, da quello stesso momento fino ad ora una questione ritorna sempre alla mia mente, ed ho visto che lo stesso accade a molti altri: cosa è successo da portare alla creazione di questa “Tempesta Decisiva” guidata dal regime saudita e dai suoi alleati? Notiamo una fermezza araba, una cavalleria araba, un coraggio arabo, un eroismo e una determinazione araba. Mashallah! Si tratta di qualcosa davvero interessante. E’ però doloroso che dal 1948 fino ad oggi, per decenni, il popolo della Palestina e i popoli delle nazioni attorno alla Palestina abbiano sofferto le pene e calamità dovute all’esistenza dell’entità israeliana in Palestina senza aver visto alcuna “Tempesta Decisiva” e neanche una semplice “Brezza Decisiva”! Sognavamo simile “brezza”, ma sfortunatamente nulla di simile ha avuto luogo. Se l’obiettivo è stato quello di venire in soccorso di un popolo, il popolo palestinese ha gridato chiedendo aiuto per decenni e ancora continua a farlo. In Libano, nel 1982, il popolo libanese ha chiesto il vostro aiuto, ma poi ha perduto ogni speranza in voi. Nel 2006 (durante la guerra dei 33 giorni) vi dissi che non volevamo nulla da voi; vi abbiamo chiesto soltanto di lasciarci da soli, ma il popolo palestinese continua a chiamarvi e chiedere il vostro aiuto. Durante l’ultima guerra - quella dei 51 giorni contro Gaza - le case di migliaia di abitanti della Striscia sono state distrutte e le loro donne e i loro bambini sono stati assassinati. Si tratta di musulmani sunniti - permettetemi di utilizzare questi termini, sono obbligato a parlare così. Hanno chiesto soccorso, gridato e chiamato i re, principi e capi arabi, ma costoro non hanno mosso neanche un dito. Ritorneremo più tardi sull’argomento della Palestina. Da dove nasce allora questa risoluzione, questo zelo, questo coraggio, questa cavalleria e questa dedizione? E’ qualcosa di tanto stupefacente quanto doloroso. Deve trattarsi sicuramente di qualcosa più importante, cruciale e critica di qualsiasi altra cosa accaduta nella nostra regione in tutti questi decenni. Ogni cosa che ha avuto luogo in questa regione, dalle guerre all’oppressione, non ha richiesto un intervento militare o una “Tempesta Decisiva” saudita. Cosa è accaduto da richiedere tutto quello che sta avvenendo? Vediamo di cosa si tratta. Se l’obiettivo è quello di salvare il popolo yemenita, allora perché per tutto questo tempo avete abbandonato il popolo palestinese senza fare nulla per aiutarlo? Al contrario avete complottato contro di lui, lo avete ‘spezzato’, tradito e venduto agli israeliani e agli americani. Secondo: se l’obiettivo era quello di ripristinare l’autorità legittima - che secondo voi è rappresentata da AbedRabbo Mansour e dal suo governo - allora perché non avete impiegato alcuno sforzo per riconsegnare ciò che è ben più importante di un’autorità, vale a dire la terra di Palestina, i luoghi santi della Palestina e la prima Qiblah (direzione per la Preghiera) dei musulmani in Palestina? Terzo: affermate che la nuova situazione nello Yemen minaccia la vostra sicurezza - quella della regione del Golfo e dell’Arabia Saudita - quando si tratta di una situazione nuova, della quale non sono chiari il potenziale e la forza, e che non si è ancora completamente formata. Dite che ne avete presentito il pericolo e per questo avete preso l’iniziativa e lanciato questa offensiva. Non avete invece percepito il pericolo della presenza di Israele, che possiede uno dei più forti eserciti del mondo ed è vicino ai vostri porti, ai vostri mari, ai vostri oceani e paesi? O Arabi e Musulmani! Ecco una nuova prova che per questi Arabi Israele non solo non è un nemico, ma non lo è mai stato. Per costoro Israele non è mai stato un nemico né una minaccia da suscitare o richiede una “tempesta” di questo tipo. In ogni caso…lasciateci ora discutere i motivi. E’ mia responsabilità parlarne onde giungere a delle conclusioni e prendere una posizione. Analizziamo i motivi che sono stati forniti. Questi motivi giustificano o vi permettono di lanciare simile guerra feroce e distruttiva? In questo momento tanto le abitazioni quanto le infrastrutture vengono distrutte. Civili – uomini e donne - vengono uccisi. Vi è alcun motivo, ragione o protesto per questo? Tali domande vengono poste anche al campo religioso che vuole dare una dimensione di legittimità a questa guerra. Quali sono i motivi forniti per l’aggressione contro lo Yemen e il popolo yemenita? I motivi principali sono tre. Affronterò quello più importante per ultimo perché voglio trattarlo in modo più approfondito. Il primo motivo è che, secondo loro, vi era un presidente legittimo eletto. Sebbene questa persona abbia dato le dimissioni e poi le abbia ritirate, e sebbene il suo mandato, secondo la procedura dei paesi del Golfo, fosse terminato… lasciamo questi aspetti da parte. Supponiamo che non vi sia problema per quanto attiene la legittimità, che non abbia dato le dimissioni e che il suo mandato non sia ancora terminato. Supponiamo che vi sia un presidente assolutamente legale che invoca il vostro aiuto: “Aiutatemi a tornare Presidente e a riportare il mio governo al potere nel paese”. Questo è un motivo. E’ sufficiente per lanciare una guerra allo Yemen? In passato non avete fato nulla di simile. Per esempio non avete agito così quando il popolo tunisino si è sollevato contro Zein al-Abidin Bin Ali, che è poi fuggito in Arabia Saudita e continua a trovarsi sotto la protezione saudita. A quel tempo il re saudita andò in collera, e lui e altri responsabili dell’Arabia Saudita presero posizioni molto dure e taglienti contro la rivoluzione del popolo tunisino. Il re cercò di ripristinare il Presidente Zein al-Abidin Bin Ali, ma fallì di fronte alla volontà del popolo tunisino. Non formò però una coalizione o alleanza araba e internazionale per lanciare una guerra al popolo tunisino onde ripristinare il “legittimo” presidente e governo. Faccio un altro esempio. Tutti noi conosciamo la posizione del Regno dell’Arabia Saudita sin dalla rivoluzione del popolo egiziano che rovesciò il Presidente Hosni Mubarak. Era una posizione particolarmente e apertamente negativa e contraria. Venne perfino detto che erano sorti dissidi tra i sauditi e gli americani, perché essi consideravano gli americani miti e indulgenti, o perfino complici. Hanno fatto il ‘finimondo’ per Hosni Mubarak. L’Egitto è un vostro vicino ed è molto importante per voi, però non avete formato una coalizione internazionale né invocato alcun aiuto per attaccare l’Egitto e colpire i ribelli contro il Presidente ritenuto da voi legittimo. Non avete fatto nulla di simile. Allora perché avete agito così nello Yemen? Quindi non è questo il motivo, né si tratta della vera ragione: è solo un pretesto poco convincente, una bugia fabbricata per lanciare la guerra. Perché hanno fatto così allora? Se avessero voluto restaurare il legittimo Presidente, avrebbero dovuto in principio iniziare con delle sanzioni, delle pressioni politiche e finanziarie, un embargo economico; invitare al dialogo e convocare tutte le parti. Come ultima carta, eventualmente, avrebbero potuto fare ricorso a questa opzione. Quale è il segreto dietro questa strana, sinistra e sorprendente azione militare di simile portata? Non ha quindi nulla a che vedere con il ripristino del Presidente e del governo dello Yemen. La storia è più profonda. Per evitare di usare molti nomi parlerò soltanto di nuova situazione nello Yemen – riferendomi a questa travolgente rivoluzione popolare guidata dal Movimento Ansarullah con la cooperazione e sostegno dell’Esercito yemenita e di molti settori e tribù del popolo, a prescindere dalla loro corrente e scuola religiosa di appartenenza. Il secondo motivo è che la nuova situazione nello Yemen “minaccia la sicurezza dell’Arabia Saudita, quella degli Stati del Golfo e quella del Mar Rosso”. E’ davvero minacciosa questa nuova situazione? Avete prove da fornire ai musulmani, ai popoli musulmani, ai sapienti e ai muftì che hanno espresso il loro parere giuridico (fatwa) per permettervi di fare questo? Avete delle prove decisive? State facendo una guerra nella quale viene sparso del sangue. A volte voi volete condannare la gente in base a quelle che voi supponete siano le loro intenzioni. Questo non ha nulla a che vedere con l’umanità e con la religione dell’Islam. Questa era piuttosto la ‘religione’ di George Bush, che condannava in base alle intenzioni. Avete prove che la nuova situazione nello Yemen minacci l’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo? Innanzitutto non vi è alcuna prova. Tutti sanno che i problemi interni dello Yemen sono grandi; ci sono problemi di sicurezza, c’è DAESH (ISIS), al-Qaeda, esistono problemi riguardanti i partiti e le regioni, oltre a quelli legati allo sviluppo, all’economia, alla società, ai mezzi di sussistenza, alla finanza e alla politica, e quelli legati alla ricostruzione dello Stato e alla redazione di una nuova Costituzione. Questo significa che il popolo yemenita e le forze politiche dello Yemen hanno molto lavoro per almeno i prossimi venti o trenta anni. E’ chiaro quali siano le capacità militari yemenite. Di fatto coloro che conoscono meglio le capacità militari nello Yemen sono i sauditi. C’è qualcosa in questo Yemen che indica che esso minacci la sicurezza dell’Arabia Saudita o del Golfo? Inoltre io so – ignoro però se sia apparso sui media o meno – che i fratelli del Movimento Ansarullah avevano contatti con il Regno dell’Arabia Saudita, con il Qatar e gli Stati del Golfo. Vi erano contatti e negoziati, e alla vigilia della morte del Re Abdullah bin Abdul-Aziz una delegazione di Ansarullah era infatti a Riyad, dove ha incontrato e discusso con i servizi segreti sauditi. Il re è poi morto, è arrivata una nuova autorità e i contatti sono stati interrotti. Ci sono alcune persone che dicono che sono pronte a dialogare politicamente; si sono recate a Sana’a per degli incontri politici, ma non erano d’accordo di andare ad Aden; voi avete detto Riyad, ma essi hanno accettato di andare a Muscat (Oman). Perché avete rifiutato Muscat? Esiste quindi un gruppo per il quale lo Yemen è la priorità. Essi sono pronti ad avere contatti e tenere un dialogo politico sul futuro dello Yemen a Muscat o in ogni altro Stato neutrale. Non hanno fatto nulla, non hanno compiuto alcuna aggressione, intrapreso alcuna iniziativa per combattervi né annunciato alcuna guerra contro di voi. Al contrario essi si sono rivolti a voi con buona volontà, vi hanno detto che quanto sta accadendo nello Yemen con la minaccia di DAESH e di al-Qaeda danneggia i fratelli in Arabia Saudita allo stesso modo in cui danneggia il popolo yemenita. Cosa hanno fatto per meritare una guerra contro di loro e sentirsi dire che minacciano la sicurezza dell’Arabia Saudita, del Golfo, di Bab Mandab e del Mar Rosso? Pertanto anche questo è un motivo debole e infondato. Spero che le persone mi ascoltino così da mettere da parte il fanatismo settario, partitico e regionale e cercare di capire cosa sta accadendo. Sto presentando un quadro della situazione, discutetelo con noi. Vi sto parlando di fatti conosciuti e altri non noti. Voi state sostenendo una guerra: quando una qualsiasi persona in questo mondo sostiene una guerra o la approva, nel Giorno del giudizio sarà associato a questo peccato. Qualunque musulmano che cerca di evitare questo castigo (divino), ha il dovere di ascoltare attentamente. Perché l’Arabia Saudita ha preso una decisione allora tutti i musulmani devono seguirla?! Perché è stata presa questa decisione? Contro chi è stata presa? Se fosse stata intrapresa contro Israele noi saremmo stati pronti a partecipare come soldati in questa battaglia, ma essa viene intrapresa contro un popolo arabo e musulmano! Ognuno deve pensare prima di pronunciare una parola per la quale verrà ritenuto responsabile nel Giorno del Giudizio, anche se in questo mondo è possibile che non venga condannato per questo. Il terzo motivo è quello più importante e secondo la logica anche più debole. Più tardi vi dirò quale è la vera ragione dietro questa guerra. Il terzo motivo, che è quello circolato maggiormente sui media sauditi e arabi e su tutti i media finanziati dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati, è che lo Yemen è stato occupato dall’Iran. E’ questo il motivo per cui essi hanno lanciato una guerra contro lo Yemen: “Vi è un’egemonia iraniana sullo Yemen”, “Vi è un intervento iraniano nello Yemen”, “Lo Yemen è diventato iraniano”, “Siccome lo Yemen è un paese arabo ed è una parte della Penisola Arabica noi dobbiamo riprendercelo”. Lo Yemen è parte della Penisola Arabica ma in realtà essi non lo hanno mai accettato come membro del Consiglio della Cooperazione del Golfo perché lo hanno ritenuto di secondo livello. Il suo popolo è povero e non sarebbe che un peso. Ad ogni modo “lo Yemen deve essere riscattato dall’occupazione, dall’egemonia e dal controllo iraniano”. Questa è una delle più grandi menzogne su cui stanno lavorando oggi onde diffonderla con un feroce attacco mediatico più potente di quello militare. Anche qui cerchiamo di parlare in modo calmo e logico, e allargherò il mio punto di vista a tutta la regione per poi ritornare allo Yemen prima di terminare il mio discorso. Dove è l’evidenza e la prova che lo Yemen è occupato dall’Iran? Un’occupazione possiede più dimensioni, comunque l’aspetto più importante e prominente è la presenza di forze iraniane che occuperebbero lo Yemen. Se per esempio vi sono basi militari iraniane nel paese possiamo accusare l’Iran di occuparlo. Vi sono truppe iraniane nello Yemen? Vi sono basi militari iraniane? E’ vero che l’Iran occupa militarmente lo Yemen? Questa è una delle menzogne molto chiare che non ha bisogno di discussioni. Essi affermano che non si tratta di un’occupazione nel senso militare della parola, ma di un’egemonia e un controllo iraniano sullo Yemen. Questo punto merita allora di essere discusso non solo per il bene dello Yemen, ma anche per la comprensione di tutto quello che sta avendo luogo nella nostra regione. Permettetemi qui di presentare un problema essenziale che risiede nel pensiero del regime saudita e di coloro che lo appoggiano. Vi è un problema radicale nel loro modo di pensare, che è quello di non riconoscere alcun cosiddetto “popolo”: il popolo tunisino, il popolo egiziano, il popolo yemenita, i popoli del Golfo, il popolo iracheno, lo stesso popolo saudita… i movimenti dei popoli, la volontà dei popoli e le cause dei popoli. Siccome sono re e governanti tra parentesi potenti, allora guardano tutte le persone come loro sudditi e, conseguentemente, il suddito non deve avere una volontà, un’ideale, un’identità e un’esistenza indipendente. E se un giorno dovesse rivoltarsi, diventerebbe una parte dell’asse regionale oppositore o della lotta internazionale. E’ questo il problema essenziale ed è per tale motivo che si sono comportati così con la questione tunisina e quella egiziana. Sin dagli inizi hanno affrontato lo Yemen, la Libia, l’Iraq, la Siria e tutte le altre nazioni della regione allo stesso modo. Dove conduce questa mentalità e questa concezione? Essa porta a posizioni sbagliate, a politiche sbagliate e, conseguentemente, a risultati errati e ad accumulare fallimenti. Prendiamo per esempio la politica estera saudita da venti o trenta anni a questa parte. Non voglio entrare negli affari interni, ma parlare della diplomazia. Fornitemi un successo saudita: essi stanno soltanto accumulando fallimenti. Perché? Il fallimento proviene da politiche errate, le politiche errate sono il risultato della lettura sbagliata degli eventi, e la lettura sbagliata è il risultato di una mente che pensa in maniera sbagliata o ha complessi sbagliati. E’ proprio questa politica e condotta errata ad aprire le porte della regione verso l’Iran, anche se la Repubblica Islamica non esercita particolari sforzi al riguardo. Francamente siete voi che state spingendo i popoli della regione verso l’Iran, e ve ne darò delle prove. Il problema è in voi e non nell’Iran. Il problema è in voi, nel vostro fallimento, nella vostra mente, nella vostra amministrazione, e nella vostra strada, condotta, schemi e modalità di comprensione. Fornirò qualche esempio attraverso il quale darò una lettura della situazione nella regione. Inizierò con il Libano. Nel 1982, quando Israele occupava vaste zone del Libano ed entrò nella capitale, Beirut, tutti gli arabi abbandonarono il Libano ad eccezione della Siria. Alcune nazioni arabe assunsero una posizione politica per la quale vanno ringraziati – mi ricordo dell’Algeria e del Sudan. Comunque, in generale, gli arabi che avevano denaro e potere e che acquistavano armi e aeroplani per centinaia di milioni di dollari abbandonarono il Libano. I libanesi avevano il diritto di resistere all’occupazione israeliana e cercarono qualcuno per aiutarli, sostenerli e mostrare solidarietà nei loro confronti: vi furono Siria e Iran. L’Iran giunse dall’altra parte del mondo. Una guerra gli era stata imposta - e voi avete avuto un ruolo in questa guerra che gli venne imposta - ma l’Iran non disse che il regime di Saddam Hussein ci sta combattendo con il sostegno arabo e del Golfo, pertanto lasciate che i libanesi risolvano da soli i loro problemi; al contrario la Repubblica Islamica rispose alla nostra richiesta di aiuto e di sostegno ai libanesi, mettendo a disposizione capacità ed esperienza, consultazioni, denaro, armi e tattiche. La Resistenza in Libano era però libanese: i suoi uomini, donne, capi, martiri, prigionieri, eroi, feriti, le famiglie dei martiri, la causa, il movimento e le decisioni erano assolutamente libanesi. Non si trattava di una Resistenza iraniana. Poiché però voi non conoscete qualcosa chiamato popolo libanese, Resistenza libanese, movimento libanese e volontà libanese, avete etichettato la Resistenza sin dai suoi inizi fino a questi giorni come una “Resistenza iraniana” o una “Resistenza sottomessa all’Iran”, quando non è affatto così, quando non avete prove che sia così mentre io ne ho migliaia che dimostrano il contrario. Avete agito come se la Resistenza in Libano fosse una Resistenza iraniana e non libanese o araba. Inoltre, quando abbiamo raggiunto la vittoria e l’abbiamo presentata come un dono agli arabi e alla nazione araba, non l’avete accettata. L’avete trattata come se fosse una vittoria iraniana o una vittoria settaria, mentre noi volevamo questa vittoria per tutti gli arabi, tutti i musulmani e tutte le persone nobili del mondo. Bene, questo è un esempio. Potete dire: “l’Iran è altamente rispettato in Libano, pertanto ha una vasta e ampia influenza”. Questo è vero, ma non è corretto dire che l’Iran sta occupando, ha egemonizzato o sta imponendo le sue opzioni sul Libano. No, mai! Ritornerò su questo punto più tardi. Questo era quanto atteneva il Libano. Per quanto riguarda la Palestina, voi governi arabi, e più precisamente il regime saudita e gli Stati del Golfo, avete abbandonato il popolo palestinese. Come abbiamo detto all’inizio, lo avete abbandonato e lo avete lasciato a Israele che ha ucciso, sgozzato, reso profughi, bombardato, distrutto, violato, imprigionato e detenuto i palestinesi. Li avete lasciati soli nelle mani degli Stati Uniti affinché, con i negoziati che non hanno mai portato ad alcun risultato, arrivassero a delle soluzioni che non sono altro che un miraggio. Non avete fatto nulla né avete combattuto per il popolo palestinese. Se non volete combattere va bene. Ma non avete forse soldi e ricchezze? Avete milioni di dollari. Perché, allora, il popolo palestinese vive in simile miseria nei campi, sia all’estero che all’interno della Palestina? Perché i palestinesi non possono ricostruire quanto distrutto dalle guerre a Gaza, e non solo nell’ultima? Perché la gente di Gerusalemme è costretta a migrare da al-Quds e dalla Cisgiordania? Perché? Non avete denaro? Non vogliamo che voi combattiate, non vogliamo che i vostri ufficiali e generali, soldati, aeroplani e “Tempeste Decisive” vengano condotti contro Israele. Date solo un po’ del denaro che spendete in Europa e negli Stati Uniti – e tutto il mondo sa come li spendete – al popolo palestinese. Abbiate un po’ di pietà per loro. Voi non ne avete mai avuta, e li avete lasciati non solo nell’occupazione ma anche nella povertà, nella fame, nell’umiliazione e nell’esilio. Il popolo palestinese ha cercato quindi aiuto nell’Iran, sebbene gli era stata imposta una guerra da parte vostra. La Repubblica Islamica continua a soffrire ancora per le sanzioni e l’embargo anche a causa vostra. Questo stesso Iran ha risposto alla chiamata dei Palestinesi, offrendo tutto ciò che poteva: denaro, armi, aiuti, esperienza, capacità, addestramento, tattiche e una posizione politica assoluta, finale e sublime. Perché allora il popolo palestinese non dovrebbe simpatizzare e amare l’Iran? Lo fa perché l’Iran ha simpatizzato con esso, lo ha aiutato ed assistito nonostante tutti i suoi problemi. Ancora continuate a dire: “l’influenza iraniana in Palestina”, “la questione palestinese è diventata una questione iraniana”, “dobbiamo lavorare per recuperare la questione palestinese e farla ridiventare araba”. Chi ve l’ha tolta? Chi ha gareggiato con voi per essa? Siete stati voi, voi stessi, ad averla lasciata, ad averla abbandonata e ad averla trattata con disprezzo. L’Iran è venuto ad aiutare, ed ovviamente anche la Siria ha sempre avuto una posizione politica ed etica nobile in questo campo. Comunque parlo adesso dell’Iran perché non è la Siria ad essere accusata nello Yemen. Quindi, dopo tutto questo, essi vogliono “riprendersi” la causa palestinese dopo che sarebbe diventata una “questione iraniana”. L’Iran tuttavia non ha egemonia sui Palestinesi e non li controlla. Non controlla affatto le loro decisioni, movimenti e capi. Ritornerò su questo punto nella mia conclusione. Passiamo ora all’Iraq. Voi parlate di “influenza”, di “egemonia” e di “occupazione” iraniana in Iraq. Primo, non vi è occupazione iraniana in Iraq. Secondo, per quanto riguarda l’influenza e presenza iraniana in Iraq, vediamo cosa avete fatto voi in questa nazione. Voi sauditi e i vostri soci cosa avete fatto per l’Iraq? In primis, Saddam Hussein ha ricevuto sufficienti motivi e incentivi per muovere un’aggressione contro l’Iran; avete poi continuato a incoraggiarlo e finanziarlo, come confessato dal Principe Najef faccia a faccia a uno dei funzionari iraniani. Egli gli disse che avevano dato a Saddam Hussein duecento miliardi di dollari, e che gliene avrebbero dati di più se solo ne avessero avuti. A quel tempo un miliardo di dollari era molto. Sapete quale era il prezzo del petrolio e quali capacità aveva l’Arabia Saudita a quel tempo. Soltanto voi sauditi gli avete fornito duecento miliardi di dollari e lo avete aizzato per iniziare una guerra che poi ha intrapreso. L’Iran e l’Iraq vennero distrutti, ed entrambe le nazioni e popoli continuano a soffrire le conseguenze di questa guerra oppressiva che era una “benedizione” del regime saudita. Successivamente voi avete incoraggiato, provocato, aiutato e sostenuto George Bush ad occupare l’Iraq. Eravate parte di questa operazione militare, di sicurezza, logistica e politica di occupazione dell’Iraq da parte dell’esercito statunitense. Naturalmente, siccome non avete un esercito in grado di combattere, nessuno vi ha chiesto di farlo. Così sono arrivati gli americani e hanno occupato l’Iraq. Quando avete visto che il popolo iracheno non soccombeva all’occupazione statunitense, e voleva anzi sfruttare l’opportunità di essersi sbarazzato di Saddam Hussein per restaurare la propria volontà, rango e posizione e affrontare l’occupazione, sia politicamente che attraverso la Resistenza, avete aperto la strada a tutti i gruppi di al-Qaeda e Takfiri per entrare in Iraq. Io ne sono a conoscenza e gli iracheni lo sanno. Alcuni iracheni lo hanno detto nei media. Ho sempre chiesto agli iracheni, e continuo a farlo, di avere il coraggio di rivelare la verità al popolo iracheno, ai popoli arabi e a tutti i popoli del mondo: coloro che hanno inviato attentatori suicidi e autobombe in Iraq, e finanziato gli attentati a Baghdad e nelle città nel nord, sud e centro dell’Iraq senza differenziare tra Kurdi, Arabi, Turkmeni, Sunniti, Sciiti, Musulmani e Cristiani sono gli apparati dei servizi segreti sauditi. Avete commesso questo crimine contro il popolo iracheno e l’ultimo di questi crimini è DAESH (ISIS), che voi e i vostri alleati avete riunito da tutto il mondo per rovesciare il governo di Bashar al-Assad e il governo di al-Maliki. E’ qualcosa di segreto? Tutto il mondo ne è a conoscenza. Non voglio difendere un governo particolare, ma il vostro comportamento in Iraq voleva colpire alcune determinate persone. I vostri servizi segreti e il vostro Bandar bin Sultan hanno portato DAESH, l’hanno finanziato e armato, ma le cose si sono rigirate contro di voi. DAESH è sfuggito dalle vostre mani e vi ha spaventato, come già accaduto prima con al-Qaeda. Cosa ha visto il popolo iracheno da voi e dal regime saudita in questi ultimi dieci anni? Cosa ha visto il popolo iracheno da voi nei decenni in cui Saddam Hussein uccideva il popolo iracheno, compieva massacri, sterminava la gente nel nord e nel sud del paese, e aggrediva il popolo delle zone centrali? Non eravate voi a supportare Saddam Hussein e il suo regime? Dall’inizio dell’occupazione statunitense questo oppresso popolo iracheno è stato testimone che gli iraniani erano al suo fianco politicamente, nelle prese di posizione internazionali e regionali, e anche nella Resistenza. Questo era un atto di coraggio senza pari, perché sosteneva la Resistenza in Iraq contro l’esercito americano e non solo la Resistenza in Libano e Palestina contro l’esercito israeliano. Gli americani minacciarono di colpire l’Iran e le “Forze al-Quds”, adesso diventate famose…hanno minacciato di bombardare le sue caserme e i luoghi in cui la Resistenza irachena veniva addestrata in Iran. Alla fine, quando DAESH ha attaccato e le province irachene sono cadute, quando Baghdad, Irbil e il sud stavano per cadere, e quando DAESH stava per raggiungere i confini sauditi e kuwaitiani, chi ha preso per primo l’iniziativa di aiutare il popolo iracheno? Chi ha inviato i suoi figli, soldi, armi ed esperti, senza attendere nessuno al mondo? Chi non ha fatto differenze nel sostenere sia gli sciiti nel sud che i kurdi nel nord? Chi ha sostenuto con lo stesso entusiasmo tutte le componenti del popolo iracheno: sciiti, sunniti, kurdi, turkmeni e altri? Non è stato l’Iran? Cosa avete fatto voi per difendere il popolo iracheno davanti a DAESH? Cosa hanno fatto dopo gli Stati Uniti quando sono venuti e hanno formato una coalizione e alleanza internazionale, e portato gli aerei? Finora è chiaro che stanno soltanto ‘giocando’. Per quale motivo il popolo iracheno non dovrebbe rispettare e amare l’Iran? Perché l’Iran non dovrebbe avere presenza e influenza in Iraq quando si è sollevato al suo fianco, lo ha aiutato, sostenuto e difeso in questa battaglia che in pochi mesi stava per sradicare la sua esistenza ed entità con la “benedizione” del vostro supporto a DAESH? Poi all’improvviso i canali come “Al-Arabiya” e “Al-Jazira” e i capi arabi ci vengono a parlare di “influenza iraniana in Iraq”. Il motivo è che voi siete pigri, svogliati, sfaticati e irresponsabili verso il popolo iracheno, mentre vi è una parte che è attiva, ha zelo, è responsabile e svelta – sebbene gli iraniani siano generalmente calmi e di sangue freddo. Perché allora gli iraniani non devono avere presenza e influenza in Iraq? Lo stesso è accaduto in Sira, dove voi avete portato tutti i selvaggi del mondo non per supportare il popolo siriano, ma per rovesciare il governo e controllare la Siria. Sono a conoscenza dei dettagli, ma adesso non c’è tempo. Forse la prossima settimana o dopo una decina di giorni ne parlerò. Il motivo principale era la che la Siria si doveva sottomettere alla loro volontà. Bashar al-Assad era un presidente giovane che governava in una situazione politica ed economica particolare. So quello che Arabia Saudita, Qatar e Turchia hanno speso e quale politica hanno adottato con il Presidente Assad per attirarlo, in modo che la Siria diventasse sottomessa ai Sauditi, ai Qatarioti e ai Turchi. La Siria è voluta rimanere comunque uno Stato indipendente, che crede nella sua forza, nella sua posizione regionale e influenza. Avete raccolto tutto il mondo per combattere in Siria onde rovesciare il Presidente Assad e il suo governo. Avete demolito la Siria, ucciso e massacrato i siriani e vi siete opposti ad una soluzione politica in Siria. Fratelli! Andate e fate un sondaggio con tutti i siriani, all’interno e all’esterno della Siria. Troverete un risultato unanime: tutti i siriani vogliono una soluzione politica. Basta con questa guerra che non condurrà al rovesciamento del governo, ma solo a maggiore distruzione. Chi impedisce una soluzione politica in Siria? Chi vi accende il fuoco? Il Regno dell’Arabia Saudita e i suoi alleati, perché l’obiettivo non è stato ancora raggiunto. E’ naturale che l’Iran sia rispettato in Siria perché ha offerto aiuto, assistenza e supporto a questa nazione. Non vi è presente l’esercito iraniano. Il numero degli iraniani in Siria è molto limitato. Non so con precisione se siano venti, trenta o quaranta, ma non raggiungono i cinquanta, lo so con certezza. All’improvviso Saud al-Faisal dice che “la Siria è occupata dall’Iran”. Ancor più ridicolo è che egli dice che “la Siria è occupata da Hezbollah!” L’Iran è uno Stato regionale, è possibile che riesca ad occupare la Siria. Ma come può occuparla Hezbollah? Questa è la mentalità che ignora che vi è un popolo siriano, un esercito siriano e un governo siriano che gode di un ampio appoggio popolare. Coloro che combattono in Siria sono iraniani? Coloro che combattono in Siria sono Hezbollah? Mashallah! Hezbollah sta combattendo dal nord al sud, dall’est all’ovest? O lo stanno facendo gli iraniani? E’ una pura menzogna e invenzione. Prima di tornare allo Yemen, lasciatemi parlare del Libano. Io affermo che noi – Hezbollah – abbiamo legami di amicizia e rispetto con l’Iran sin dal 1982; non lo nascondo e credo che Sua Eccellenza l’Imam Sayed Ali Hosseyni Khamenei è l’Imam e la Guida dei Musulmani (Imam al-Muslimin wa Wali Amr al-Muslimin). Comunque vi dico francamente, e sono pronto a giurare su Dio, l’Iran non ci ha mai impartito ordini, sia a livello interno che regionale. Noi abbiamo una dirigenza indipendente. Noi valutiamo, noi decidiamo. A volte possiamo consultare il loro punto di vista ed esperienza; ma non hanno mai impartito le loro decisioni: fate questo, non fate quello, accettate questo, rifiutate quello. Questo è il modo in cui l’Arabia Saudita tratta i suoi ‘amici’ e ‘cari’ nel mondo. Non voglio parlare del Libano… Spero che i fratelli di Hamas, del Jihad Islamico, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del Fronte Popolare-Comando, Generale così come gli altri gruppi palestinesi che mantengono legami da tempo con la Repubblica Islamica, ce lo dicano: l’Iran vi ha mai chiesto di prendere certe decisioni? Vi ha mai ordinato: fate questo, non fate quello, combattete, non combattete, opponetevi, discutete? Mai! Lo stesso vale per la Siria e l’Iraq. Questa è la verità, ma voi non potete comprenderla. In realtà non si tratta di qualcosa di strano, perché l’Iran non è l’Impero Persiano e non è lo Stato dello Shah Mohammad Reza Pahlavi – il vostro alleato, il vostro amico e perfino il vostro padrone nei tempi antichi. L’Iran è una Repubblica Islamica, è lo Stato dell’Islam, lo Stato dell’Imam Khomeyni, lo Stato del jihad e della lotta, lo Stato di un popolo musulmano combattente e resistente che vede l’Islam al di là delle considerazioni razziali o settarie, del paniranismo o simili. Sì, vi sentite disorientati perché l’Iran aiuta il Libano, la Palestina, la Siria, l’Iraq e altri posti senza ordinare e senza prendere decisioni, interferire o diffondere la sua egemonia. Non volete credervi perché voi non potete comprendere questo tipo di mentalità, di etica, di intelletto e di metodo. Un giorno una delegazione della dirigenza di Hamas era a Riyad. Essi mi hanno raccontato questa storia e non ho problemi nel riportarla. Quando Saud al-Faisal gli chiese riguardo i loro legami con l’Iran essi gli dissero in modo franco: “L’Iran ci fornisce denaro, armi e addestramento; forniteci quello che essi ci danno e taglieremo i nostri legami con l’Iran”. Voi volete combattere l’influenza iraniana in Palestina. A quel tempo Hamas vi ha detto come fare, ma voi non gli avete dato soldi, armi e addestramento. Non avete avuto il coraggio di fornirli perché è una questione che riguarda Israele e gli Stati Uniti. E’ per questo che io ho detto a molti dirigenti palestinesi al tempo della “Primavera Araba”: Fratelli! Cari! Potete andare a Oriente e Occidente, volare su Marte o scendere nelle sette terre, ma non troverete nessuno nell’universo che vi dia armi, esperienza e tecnologia militare ad eccezione dell’Iran e della Siria. Potete trovare paesi che vi donino soldi per costruire case, ma non troverete alcuno Stato al mondo che vi fornisca armi, a parte Iran e Siria. Adesso anche loro sono giunti a questa conclusione. Per quanto riguarda lo Yemen, invece, cosa avete fatto? Le forze popolari yemenite hanno forse commesso qualche crimine per il quale voi li perseguite? Cosa ha fatto il Regno dell’Arabia Saudita nello Yemen? Ha controllato questa nazione per decenni e interferito in ogni campo: nell’amministrazione, nella politica, nella sicurezza, nell’economia, nell’esercito, nelle tribù e perfino nelle scuole religiose. Non avete cercato e speso ingenti somme per convertire le tribù da una scuola religiosa ad un’altra? Non faccio nomi. Non avete manipolato tutte le contraddizioni dello Yemen per mantenervi la vostra egemonia e controllo? Cosa avete fatto dopo decenni di controllo del paese? Quale è la condizione dell’economia dello Yemen? Dove sono le infrastrutture e la stabilità? Come lo avete trattato? Vi siete rifiutati perfino di includerlo all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Lo vedevate come un peso. Non avete trattato il popolo yemenita con superiorità e arroganza? Questo è quanto gli stessi yemeniti dicono. Quanto ad Ansarullah, o agli Houthi come dite voi, il Regno dell’Arabia Saudita non ha sostenuto sei guerre contro questa gente oppressa, che è stata assediata nella provincia di Sa’ada, per sterminarla e sradicarla? Non li avete attaccati e siete stati sconfitti? Quando sono arrivati al potere nel paese, non sono forse venuti da voi, dimenticando tutto ciò che è accaduto in passato, e vi hanno detto: “parliamo, dialoghiamo, raggiungiamo un accordo”? Non è questo quello che avete fatto nello Yemen? Cosa avete offerto a questa nazione e al suo popolo? Si, voi avete speso miliardi di dollari nello Yemen, ma per comprare le coscienze, convertire le sette, sostenere i gruppi Takfiri e comprare le alleanze. Questo è ciò che avete fatto nello Yemen. Alla fine, dopo decenni, il popolo yemenita ha raggiunto un livello di consapevolezza, determinazione e volontà e non è più come nel passato ed ha deciso di riscattare la propria nazione, Stato, confini, autorità, entità, esistenza e dignità. Adesso parlerò nei dettagli, perché quella sta avendo luogo è una grande guerra. I fratelli Houthi, o Ansarullah – chiamateli come volete – non avevano alcun legame con l’Iran prima della Sesta Guerra, vale a dire fino a pochi anni fa. Essi avevano rapporti con gli Stati arabi; uno di questi Stati era il Qatar. Questo lo hanno dichiarato gli stessi funzionari del Qatar. Anche io o altri di Hezbollah non avevamo contatti con gli Houthi. Fino alla Sesta Guerra non li conoscevamo se non attraverso i media, e attraverso i media solidarizzavamo con loro. Li ritenevamo oppressi, ma non avevamo alcun legame. Non vi era alcuna conoscenza stretta. Erano oppressi e l’Iran ha simpatizzato con loro e si è posta al loro fianco. Ha riconosciuto i loro diritti, e per questo motivo essi amano l’Iran e lo rispettano. L’Iran comunque non interferisce nello Yemen o nella loro indipendenza; sono gli Yemeniti, oggi, che prendono le loro decisioni e scelgono come comportarsi in questa guerra. Vi dirò anche di più: la Repubblica Islamica non ordina né interferisce, e anche se qualcuno chiede ciò, essa non risponde, ma dice a tutti loro - che si tratti dello Yemen, del Libano, dell’Iraq, della Siria o di ogni altro luogo: la decisione è vostra. Esso non ha alcuna egemonia né interferisce. Sì, l’Iran è rispettato nello Yemen. Dopo tutti questi decenni di sofferenze vissuti dal popolo yemenita a causa del vostro comportamento e della vostra politica, state ora spingendo tutto lo Yemen nelle braccia dell’Iran come avete fatto con l’Iraq, la Siria e gran parte dei palestinesi. Lo Yemen non può essere ripreso tramite una guerra. Riprendere lo Yemen può avvenire tramite la comprensione, la discussione fraterna, il dialogo, l’umiltà e una condotta razionale con gli yemeniti, e non attraverso una “Tempesta Decisiva”, ma con pazienza, simpatia e amore. Quanto alla “Tempesta Decisiva”, vi dirò dove condurrà. O Arabi! O Musulmani! O genti del mondo! O Yemeniti! O popolo Saudita! O popoli arabi dei quali alcuni vostri governi vogliono inviare i figli a combattere! La vera ragione è che l’Arabia Saudita ha fallito nello Yemen e ha perduto questa nazione. Ha perduto il suo controllo ed egemonia sullo Yemen - frustrata dalle sue scelte interne, dai suoi uomini e dai gruppi Takfiri – e percepisce che lo Yemen è diventato di proprietà della sua gente, e gruppi sovrani, indipendenti e davvero nazionali non soccombono al patrocinio di nessuno. L’Arabia Saudita non può tollerarlo. L’obiettivo della guerra è ripristinare il suo controllo ed egemonia. E’ così, e siamo pronti a discuterne con chiunque abbia altro da dire. Questi sono gli obiettivi della guerra. Permettetemi qui, anche se solo per una volta nel mio discorso, di usare questo termine invece di dire Arabia Saudita, il Regno dell’Arabia Saudita o il regime Saudita: per i principi della dinastia Saud, onde riprendere lo Yemen, è richiesto lo spargimento di sangue saudita; il sangue della gente e dei militari sauditi, il sangue del popolo yemenita e il sangue degli ufficiali e soldati arabi sarà sparso perché questo re e quel principe hanno perduto il controllo e l’egemonia sullo Yemen. Quella che dico è una parola di verità che pronuncio per Dio, e voi come me sapete che dire la verità comporta delle conseguenze; comunque deve essere detta in questa posizione e in questo momento. Conseguentemente:Primo: noi condanniamo l’oppressiva aggressione americano-saudita contro lo Yemen e il suo popolo, esercito, edifici, presente e futuro. Secondo: chiediamo da adesso e in ogni momento la cessazione di questa aggressione. Terzo: invitiamo alla ripresa di iniziative per delle soluzioni politiche nello Yemen, e questo è possibile prima e dopo l’aggressione. I fratelli nello Yemen hanno detto che accettano il dialogo a Muscat o in ogni altro Stato neutrale. Andate a dialogare. Non conosco le loro decisioni attuali e se essi adesso siano ancora d’accordo a dialogare. Questo è comunque quello che ho ascoltato dai media. Quarto: mi rivolgo ai paesi i cui governi stanno cooperando nell’aggressione. Riconsiderate la vostra decisione. Ascoltate la vostra coscienza, religione, ragione e interessi. Accettate che il sangue di vostro figlio venga versato per l’interesse di un ricco principe che vive nel lusso per restaurare il suo potere e controllo su un popolo orgoglioso, povero, oppresso, combattente e attivo? Chiediamo di rispondere a questa domanda ai giordani e ai popoli degli Stati del Golfo, al popolo saudita, al popolo egiziano, al popolo sudanese, al popolo marocchino e a quello pakistano. Questi sono i paesi che al momento circolano sui media. E’ nel vostro interesse? Mettiamo da una parte tutti questi paesi. Sono rimasto molto sorpreso dalla posizione dell’Autorità Palestinese a Ramallah e del Presidente Mahmud Abbas. Abu Mazen, è nell’interesse del popolo palestinese il tuo sostegno alla guerra ad un popolo? E’ nell’interesse del popolo palestinese sostenere un’aggressione contro una nazione? Quale è la tua logica per parlare con il mondo? Se gli israeliani aggrediranno nuovamente Gaza e la Cisgiordania, non avrai più una logica! E’ finita! Ritornate a casa. Non ti è più rimasta alcuna logica. Quanto agli altri Stati, pensate ai vostri interessi e quelli dei vostri popoli. E’ nel vostro interesse? Solo per i soldi dell’Arabia Saudita e per corteggiarla, l’intera regione deve andare in guerra? Le cose possono essere affrontate attraverso la politica, i negoziati e soluzioni graduali. Perché allora è stata intrapresa la guerra? Quinto: l’oppresso, perseguitato, orgoglioso, nobile, coraggioso, saggio, deciso e determinato popolo yemenita ha il diritto di difendersi e resistere, e lo sta facendo. E qui vi dico che esso raggiungerà la vittoria. Questo popolo oppresso, combattente e resistente raggiungerà la vittoria perché questa è la legge di Dio Altissimo e della storia. L’esercito saudita e quelli che sono al suo fianco sono più potenti di quello americano? Dov’è l’esercito americano in Iraq? Dove è l’esercito americano in Afghanistan? Dove è in Libano, quando venne nel 1982? L’Arabia Saudita è più potente dell’esercito israeliano? Dove è l’esercito israeliano in tutte le sue battaglie? Nel corso di tutta la storia gli invasori vengono sconfitti e umiliati. L’Arabia Saudita e i governanti sauditi non hanno altra possibilità se non quella di essere sconfitti e umiliati. Devono soltanto rivedere le loro politiche errate, e trattare con fratellanza e dialogo gli yemeniti, perché tutte le porte sono ancora aperte. Questa è la fine e il risultato di questa battaglia, conosciuti sin da ora. Quindi non rallegratevi di qualche raid aereo. In Iraq, in Afghanistan, a Gaza, in Libano – nella Guerra di Luglio e prima della Guerra di Luglio – tutte le scuole militari nel mondo sanno che i raid aerei non fanno la vittoria o una conclusione decisiva nella battaglia. Bene, dove è l’esercito saudita? In realtà l’esercito saudita non vuole combattere. Vuole che siano i pakistani, gli egiziani e i giordani a combattere al suo posto. Pertanto i popoli hanno una responsabilità importante e decisiva. Essi sono chiamati a una posizione di solidarietà e presa di posizione e a prevenire i loro governi dal venire coinvolti e diventare responsabili dello spargimento di sangue degli yemeniti. Essi sono chiamati a stare lontani da una battaglia con una fine così chiara e decisiva: la sconfitta del regime saudita. Noi rispettiamo e onoriamo il popolo saudita, che è uno dei più oppressi della nostra Ummah. La vittoria finale e assoluta è del popolo yemenita perché questa è la legge della storia. Chi conosce questo popolo sa che esso non tollererà questa aggressione, umiliazione e offesa; al contrario, combatterà per difendere la sua dignità, esistenza, terra e onore. C’è comunque ancora tempo e c’è ancora la possibilità di dialogo. Invece di diventare complici dello spargimento del sangue del popolo yemenita e di distruggere lo Yemen, gli Stati arabi, la Lega Araba e i Presidenti arabi dovrebbero assumersi una responsabilità storica e intraprendere un’iniziativa araba, islamica o internazionale per fermare questa aggressione e intraprendere una soluzione politica, o la sconfitta e la vergogna saranno il destino degli invasori. La pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi.