Terza puntata: la disputa del corvo e della colomba e il giudizio del gatto
Terza puntata: la disputa del corvo e della colomba e il giudizio del gatto
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C’era una volta in una foresta una colomba che viveva su un albero, vicino al nido di un corvo. Il corvo e la colomba erano amici e trascorrevano molto tempo insieme. Un giorno però la colomba si assentò dal nido; non tornò per giorni e settimane e il corvo pensò che le fosse successo qualcosa.Un giorno, arrivò da lontano un’altra colomba che vedendo il nido vuoto della colomba precedente lo ripulì e lo scelse come propria dimora.Il corvo era felice di aver trovato un nuovo vicino e di poter trascorrere il tempo in compagnia; per questo andò dalla nuova colomba, salutò e strinse amicizia con lei.Qualche giorno dopo però tornò al nido la colomba che viveva lì da sempre; alla vista della colomba estranea nel suo nido iniziò a urlare e tutti gli uccelli e pure il corvo si riunirono intorno alle due colombe; ognuna delle due si riteneva il padrone legittimo del nido e nessuna delle due colombe accettava la mediazione del corvo, che voleva farle fare pace.Uno degli uccelli suggerì di andare dal gatto; il gatto aveva vissuto con gli uomini e gli uccelli pensavano che avesse saputo giudicare alla meglio.Gli uccelli si posarono dinanzi alla tana del gatto mentre il felino sonnecchiava ed era molto affamato.Lo salutarono e a lui raccontarono la loro storia; il gatto rispose che non aveva sentito e che aveva le orecchie pesanti per via della vecchiaia.Le due colombe si avvicinarono e ripeterono la storia. Il gatto disse che se aveva capito bene una delle due era la vera proprietaria del nido ma non spiegò altro e disse che doveva sentire meglio la storia e così le due colombe si avvicinarono ancor di più.In un batter d’occhi però il gatto le prese tutte e due e le ingoiò in un boccone. Agli altri uccelli disse una frase traboccante di saggezza.“Due deboli che non riescono a risolvere una disputa non devono portarla da un terzo potente; lui ne approfitterà a suo favore”. *** E dopo questa fiaba presa da Kalilè-o-Demne, l’antica opera persiana in cui due sciacalli raccontano storie dal mondo degli animali, passiamo al proverbio di oggi.In Iran è diffuso questo proverbio: “Era così salato che l’ha capito pure il Khan”.Ma cosa s’intende dire con questo proverbio e da dove viene.Allora lo saprete subito.Nell’antica Persia, quando ogni villaggio, aveva un ricco signore che veniva detto Khan, la gente era costretta a pagare annualmente una parte del proprio raccolto e dei propri averi al Khan della zona. Ogni zona aveva il suo signorotto che aveva sempre anche una serie di uomini armati a sua disposizione.Un villaggio aveva un signore che si chiamava Qoli Khan. Questo signorotto era un fannullone che mangiava e dormiva dalla mattina alla sera alle spese della gente. Qoli Khan aveva un cuoco che cucinava per lui, ma questui odiava il Khan e per questo non preparava per lui cibi gustosi, anche se lo sapeva fare.Andò a finire che poco alla volta Qoli Khan si abituò al cibo fatto male; lui mangiava senza limiti, e non faceva tanta attenzione al gusto delle pietanze; la famiglia del Khan non ne poteva più di quella situazione e pensò di far qualcosa. Si ribellò al cuoco che cucinava così male ma lui non dava ascolto. Pensò di dirlo al Khan, ma nessuno osava farlo.Un giorno quando il cuoco stava cucinando, un grande pezzo di sale cadde dalle sue mani ed andò a finire nella pentola del cibo. Prima il cuoco pensò di far uscire il gran pezzo ma poi cambiò idea e pensò che per gente cattiva come il Khan e i suoi vicini non valeva la pena dannarsi l’anima.E così come ogni giorno, il cuoco portò il cibo sulla tavola del Khan e dei suoi vicini.Il cuoco verso meticolosamente il cibo e invitò tutti a mangiare; ognuno iniziò a mangiare con svogliatezza sapendo di dover prendere qualcosa di disgustoso. Ogni persona che assaggiava il cibo rimaneva disgustata; il cibo era talmente salato che non poteva essere ingoiato. Ognuno degli uomini del Khan iniziò a guardare con odio il cuoco.Il Khan assaggiò un pò del cibo e poi chiese: “Cuoco, il cibo non è un pò salato?”Il cuoco rispose compostamente così: “Nossignore, non credo!”.I vicini del Khan che speravano di poter liberarsi del cuoco dissero a lui: “Vergognati era così salato che l’ha capito pure il Khan”.Il Khan all’improvviso disse: “Che volete dire…che il cibo era sempre cattivo ed io non me ne accorgevo”.Uno degli uomini disse: “Sissignore è proprio così”.Ed allora il Khan che era adirato per quell’affronto prese un bastone ed iniziò a picchiare i suoi uomini.In seguito disse al cuoco: “Non dar più da mangiare a questa gente ingrata” e riprese a mangiare tranquillo il suo cibo.Da allora, quando qualcuno esagera nel fare un qualcosa di sbagliato, in Persia gli si dice: “Era così salato che l’ha capito pure il Khan” Radio Italia IRIB