Fiabe persiane (68): l'uomo di campagna e l'uomo di citta' + proverbio "a meno che tu lo veda di nuovo in sogno"
Fiabe persiane (68): l'uomo di campagna e l'uomo di citta' + proverbio "a meno che tu lo veda di nuovo in sogno"
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C’era taluno, non c’era qualcuno, oltre al buon Dio non c’era nessuno.
Tanto tempo fà un uomo di campagna aveva l’abitudine di viaggiare in città. L’autunno e l’inverno si fermava in città per vendere i prodotti della sua fattoria e per lavorare in modo da poter raccimolare qualche soldo.
Un giorno però conobbe un’uomo che viveva nella città. L’uomo di città era molto affettuoso e invitò l’uomo di campagna a stare da lui durante la sua permanenza in città.
L’ospitalità dell’uomo di città era un grandissimo dono per l’uomo di campagna; quest’ultimo poteva risparmiare, lavorare meglio ed anzi, quando aveva dei problemi, veniva persino aiuto dall’uomo di città. L’uomo di campagna, ogni anno, primo di lasciare la città alla fine dell’inverno, invitava l’uomo di città a venire a trovarlo con la sua famiglia in campagna. Diceva che a casa sua avrebbe cercato di sdebitarsi con il suo amico. Ma ogni anno l’uomo di città si limitava a ringraziare e non andava a trovare l’amico.
Alla fine un anno l’uomo di campagna non venne a casa dell’uomo. L’uomo di città pensò che avesse avuto da fare in campagna. Ma non venne nemmeno gli anni seguenti.
In uno dei giorni di primavera però i figli e la moglie dell’uomo di città gli chiesero di fare un viaggio. Sua moglie disse: “Perchè non andiamo a trovare il tuo amico di campagna. Lui insistette molto ma tu non gli hai mai dato retta. Andiamo da lui”. L’uomo disse: “Hai ragione, andiamo a trovarlo”.
La campagna però era lontana e ci voleva un mese di cammino per raggiungerla. L’uomo di città si accampava in una tenda la notte, con la sua famiglia e di mattino camminava sotto il sole ardente. Tutti sopportavano quel viaggio faticoso credendo che una volta arrivati in campagna sarebbero stati accolti nel migliore dei modi.
Dopo un mese, quando arrivarono nella campagna stanchi morti, riuscirono a trovare la casa del loro amico. Una volta dinanzi alla casa dell’uomo bussarono alla porta. Bussarono diverse volte ma nessuno aprì la porta. Si accorsero all’improvviso che l’uomo di campagna, i suoi figli e sua moglie stavano chiudendo velocemente porte e finestre. L’uomo di campagna li aveva visti, ma non aveva intenzione di ospitarli. L’uomo di città disse: “Sono tanti anni che non ci vediamo; secondo me non ci hanno riconosciuti”.
“Se non ci avessero riconosciuti avrebbero aperto la porta chiedendoci chi siamo. Secondo me ci hanno perfettamente riconosciuti ma non vogliono farci entrare. Bell’amico che ti sei fatto”.
Ed allora l’uomo e la sua famiglia si accamparono lì davanti alla casa. Le notti, anche se erano un pò fredde, erano sopportabili, del resto era primavera. Loro mangiavano i viveri che si erano portati. Trascorsero così ben 5 giorni ed in questi giorni nessuno uscì dalla casa. Alla fine, al tramonto del quinto giorno, l’uomo di campagna uscì di casa. L’uomo di città corse da lui e si presentò, ma l’uomo di campagna disse non conoscerlo.
L’uomo di città spiegava e spiegava e parlava dei momenti che avevano trascorso insieme, diceva che era venuto dopo tutte quelle sue richieste di andarlo a trovare.
Ma era inutile, l’uomo di campagna non voleva riconoscerlo. L’uomo di città allora capì tutto e lasciò stare ma una violenta pioggia, all’improvviso, iniziò a bagnare la campagna.
Vi racconteremo la prossima settimana il seguito della storia.
***
Ed ora è il momento del proverbio di questa settimana. Il proverbio dice: “A meno che tu lo veda di nuovo in sogno”.
Ma ora vi spieghiamo cosa significa questo simpatico proverbio narrandovi la storiella che lo ha originato.
Un giorno un uomo molto povero andò a casa di un suo amico nella speranza di poter prendere in prestito un pò di soldi. Rimase lì per un giorno ma vedendo le condizioni critiche del suo amico capì che pure lui non aveva nulla e perciò rinunciò alla sua richiesta per non metterlo in imbarazzo.
Mentre pensava a questo l’amico gli chiese: “Che hai? A cosa pensi? Non ti piace casa mia?”.
“No, no, mi piace davvero, sto pensando ad un’altra cosa”.
“Se vuoi qualcosa dimmi, non fare complimenti”.
“No, no, nulla!”.
In realtà pure l’amico povero dell’uomo sapeva che il suo amico aveva bisogno di soldi, ma non avendoli non poteva far nulla. Per rispettare il suo amico però gli chiese una volta di dirgli quello che voleva. Ed il suo amico, come abbiamo detto, non disse nulla perchè sapeva che il padrone di casa non aveva soldi e non volle metterlo in imbarazzo.
La sera i due dormirono. L’uomo che era ospite vide in sogno che il suo amico gli diceva di dirgli quanti soldi voleva in prestito. Lui gli diceva di dargli 1000 monete d’oro. L’amico andò a prendergli le monete ma prima che gliele portasse iniziò a soffiare il vento e l’uomo si svegliò. Accanto a lui c’era il suo amico che aveva capito che sogno avesse fatto il suo ospite visto che aveva parlato in sogno. Ed allora gli disse: “Io non ho soldi, a meno che tu lo veda di nuovo in sogno”.
Da allora, in Iran, quando si vuole indicare un sogno lontano ed irraggiungibile si dice: “A meno che tu lo veda di nuovo in sogno”.
Radio Italia IRIB