Fiabe persiane (70): il giovane pugile + proverbio “non prendere a diti per non perdere a barili”
Fiabe persiane (70): il giovane pugile + proverbio “non prendere a diti per non perdere a barili”
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C'era taluno, non c'era qualcuno, oltre al buon Dio non c'era nessuno.Si narra che in tempi antichi viveva in una città un giovane pugile, molto forte ed imbattibile. Il giovane, pur essendo molto forte, non aveva un lavoro e riusciva a malapena a sfamarsi. Un giorno pensò tra se e se: "Fino a quando vivrò quì la mia situazione sarà la stessa. Di solito non ho lavoro, e quando lo trovo vengono pagato poco e male. Ed allora devo mettermi in viaggio e raggiungere le terre lontante, forse lì Dio mi aiuterà a trovare la ricchezza". Ed allora si preparò al viaggio e per chiedere permesso si recò dal padre. Disse: "Sono stanco di questa situazione. Voglio viaggiare, forse Dio mi darà una prospettiva migliore altrove". Il padre disse: "Figliuolo mio! Lascia stare i sogni inutili e non andare. Rimani quì ed accontentati di quello che hai". Il figlio disse: "No, padre, tu sbagli! Il viaggio è molto utile. Viaggiare ti fa conoscere nuovi posti, ti fa apprendere nuove nozioni, ti fa accumulare ricchezza. Non hai mai sentito che si dice che si deve viaggiare per acquisire esperienza?". Il padre disse: "Sì, figlio mio! Tu hai ragione. Ma sono solo alcuni gruppi di persone che traggono profitto dal viaggio. Se hai voglia te lo spiego". Il ragazzo disse: "Sì padre dimmi! Forse anch'io sarò compreso in uno di quei gruppi". "No tu non fai parte di quei gruppi!", disse il padre e proseguì: "Ascolta per comprendere il perchè. Il primo gruppo che trae vantaggio dal viaggio è quello dei commercianti. Sono ricchi e circondati da servi e serve ed hanno apprendisti veloci e intelligente. Viaggiano di città in città ed in ogni luogo godono grazie alla loro ricchezza comprando e vendendo merce. Il secondo gruppo sono gli scienziati e gli studiosi, che imparano nuove cose e che dovunque vanno vengono rispettati per la loro sapienza. Ed il terzo gruppo sono i cantautori ed i saltimbanchi che attraggono la gente di ogni luogo e guadagnano tanto. Ed il quarto gruppo sono quelli che conoscono un mestiere, ed in ogni città possono offrire i loro servigi alla gente. Ora, figlio mio, chi viaggia e non ha nessuna delle condizioni citate, si espone solo al pericolo senza ottenere nulla in cambio". Il giovane disse: "Daccordo! Ma ricordati che io sono un grande pugile e posso battere qualunque avversario. Mi difenderò dai pericoli con la mia forza. Io voglio ottenere ricchezza e perciò chiedo di lasciarmi andare". Il giovane disse questo e salutò il padre. Il giovane ragazzo camminò finchè arrivò al mare. Lì il suo viaggio non poteva proseguire a meno che non fosse salito su una nave. Vide allora una nave in partenza. Andò allora dal capitano della nave e disse: "Fratello, io sono in viaggio. Aiutami e portami con te!". Il capitano disse: "Hai dei soldi?". "Soldi? No, non ce li ho!", rispose. "Vuoi viaggiare e non hai soldi. Dio ti aiuti da un'altra parte. Io non faccio salire nessuno sulla mia nave senza soldi". Il giovane pugile iniziò a supplicare: "Vi prego! Portatemi con voi!". Il marinaio lo prese in giro e disse: "Sei grandi e forte ma se non hai soldi non servi a nulla. Ricordati che ci vogliono soldi per viaggiare". Il giovane si arrabbiò ed allora decise di farla pagare al capitano. Gridò: "Sono pronto a darvi i miei vestiti invece dei soldi". Al capitano i vestiti del giovane erano piaciuti e per questo lo fece salire a bordo. Il giovane diede i suoi vestiti e si sedette in un angolo in attesa che la nave prendesse il largo. Quando furono ben lontani dalla costa raggiunge con un balzo il capitano ed iniziò a picchiarlo. I marinai e la ciurma cercarono di picchiare il giovane ma era impossibile; lui riuscì a picchiare tutti e per questo decisero di usare uno stratagemma. Fecero la pace col giovane e gli restituirono i suoi vestiti scusandosi per averglieli tolti. Il capitano e i suoi marinai decisero di dargli una lezione ma in un'altro modo. La prossima settimana vi racconteremo il seguito di questa fiaba del Golestan, Roseto, del poeta persiano Saadì. *** Ed ora il proverbio persiano di questa settimana che dice: "Non prendere a diti per non perdere a barili". Ma per capire il significato di questo proverbio persiano vi narriamo la storiella che secondo l'immaginario popolare lo ha originato. C'era una volta in una città un commerciante ricco che amava i suoi soldi più di ogni altra cosa. Il commerciante apprese che in una città lontana vendevano il petrolio a basso costo. Decise quindi di recarsi in quella città per acquistare petrolio e poi poterlo vendere ad un prezzo maggiore nella propria città. Il commerciante si recò nella città e comprò il petrolio a basso prezzo. Si imbarcò con il suo servo su una nave per tornare nella sua città. Avrebbe guadagnato tanto vendendo quel petrolio ma a quanto pare non era soddisfatto. Per questo disse al suo servo: "Attento ragazzo! Quando versi il petrolio metti il tuo dito sulla sporgenza del barile così ne verserai di meno quando lo venderai alla gente!". Il servo obbiettò: "Ma non è un'azione giusta!". Il commerciante disse: "Chi è il padrone tu o io?". "Lei", disse il servo. "E chi ne sa di più di commercio, io o te?", "Lei", disse di nuovo il povero servo. "Ed allora fa quel che ti dico", disse il commerciante. Ma mentre viaggiavano all'improvviso iniziò a soffiare un vento violento. Il mare si agitò ed il capitano della nave, riunì tutti i passeggeri e disse: "Sta arrivando una forte tempesta ma sono sicuro che con l'aiuto di Dio ce la faremo. Soltanto che dobbiamo rendere leggera la nave. Ognuno deve gettare a mare i suoi bagagli". Tutti allora iniziarono a gettare a mare i bagagli per salvarsi, ma il commerciante non lo fece perchè amava i suoi soldi più di ogni cosa. Il capitano della nave allora gli intimò di gettare a mare i suoi barili di petrolio. Il commerciante disse: "Io sono disposto a morire ma non buttare a mare questi barili". Il capitano disse: "Avresti potuto scegliere di morire se fossi stato solo, ma ci sono altri passeggeri su questa nave e perciò fa ciò che ti dico". Il commerciante si rifiutò ed allora il capitano ordinò ai marinai di gettare in mare i barili di petrolio senza dargli ascolto. Ed allora il commerciante iniziò a darsi colpi sulla testa e a piangere disperato. In quel momento si avvicinò a lui il suo servo. Gli disse: "Padrone, non piangere, ringrazia il cielo che sei vivo e vegeto. E poi d'ora in poi ricordati: {non prendere a diti per non perdere a barili} ". Da allora, in Iran, quando qualcuno cerca di ottenere ricchezza attraverso vie illegali gli si dice: "Non prendere a diti per non perdere a barili". *** Siamo scesi e c'era l'acqua, siamo saliti e c'era il cielo, fino alle prossime fiabe, che Dio vi protegga! Radio Italia IRIB