Fiabe persiane (69): l'uomo di campagna e l'uomo di citta' (2) + proverbio "svegliati all'alba per avere successo"
Fiabe persiane (69): l'uomo di campagna e l'uomo di citta' (2) + proverbio "svegliati all'alba per avere successo"
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C'era taluno, non c'era qualcuno, oltre al buon Dio non c'era nessuno. Nel corso della puntata scorsa abbiamo narrato che c'era un'uomo di campagna che trascorreva gli inverni in città a lavorare ed in queste stagioni andava a casa di un amico che aveva trovato nella città e veniva accolto con grande calore dalla famiglia di città. L'uomo di campagna invitava sempre quella famiglia ad andarlo a trovare nella sua campagna, ma la famiglia di città ringraziava senza mai andare. Una volta, l'uomo di città e la sua famiglia decisero di andare in campagna a trovare l'uomo, ma quando, dopo un lungo viaggio giunsero davanti a casa sua, lui fece finta di non conoscerli e non li fece entrare in casa. L'uomo di città e la sua famiglia si accamparono davanti a casa sua quando una sera, iniziò un violento temporale. Ecco quindi il seguito della storia! *** Era il quinto giorno che l'uomo di città e la sua famiglia erano accampati dinanzi alla casa dell'ignobile uomo di campagna. Iniziò a piovere e l'uomo di città, ormai infuriato iniziò a gridare e a chiamare l'uomo di campagna. Quest'ultimo con grande sfrontatezza si rivolse a lui e disse: "Cos'hai da gridare? Che vuoi da me? Io non ti conosco. Quante volte te lo devo dire. Prenditi la tua famiglia e vai via da quì". L'uomo di città rispose con tono denigrante: "Daccordo vigliacco! Hai dimenticato tutto il bene che io e la mia famiglia ti abbiamo fatto e non fa niente. Ma almeno questa sera sii umano e dacci un rifugio dalla pioggia. Prometto che alla fine del temporale ce ne andremo da quì". L'uomo di campagna iniziò a riflettere; l'uomo di città sperava di essere riuscito a smuovere la sua coscenza ma si sbagliava. L'uomo di campagna disse: "Daccordo, all'angolo del nostro giardino c'è una capanna per il guardiano. Andate lì ma la condizione è che fino a mattina devi fare la guardia e stare attento al fatto che nel giardino non entrino lupi e sciacalli. Io ti darò un arco così potrai colpire gli animali selvaggi che entreranno nel giardino". L'uomo di città fu costretto ad accettare la condizione. Andò nella capanna, fece dormire i bambini e con sua moglie rimase sveglio per dare la guardia. Sua moglie lo biasimò e lui le ricordò che era stata lei a chiedergli di fare visita all'uomo e che lui non sarebbe mai venuto in quella campagna. Poco dopo, un lupo entrò nel giardino e l'uomo di città, con un tiro preciso, uccise il lupo. L'uomo di campagna che si era nascosto ed osservava iniziò a gridare e a dire: "O gente, quest'uomo ha ucciso il mio asino. Mi deve rimborsare!". L'uomo di città che era sbalodito dalla malvagità di quell'uomo disse: "Ma quale asino! È un lupo! Tu stesso mi avevi detto di fare la guardia!". L'uomo di campagna proseguì: "Ma quale lupo? È il mio asino, io lo riconosco dalla voce!". "Ah bene!, disse l'uomo. Tu riconosci il tuo asino dalla voce, ma non riconosci me che sono tuo amico da 10 anni?". A quel punto l'uomo di città prese la camicia dell'uomo di campagna e fu sul punto di riempirlo di botte ma l'uomo di campagna abbassò la testa. L'uomo di città lo lasciò stare vendendo che si vergognava di sè e domattina partì. L'uomo di campagna osservò quella famiglia che si allontanava e capì che aveva perso per sempre la possibilità di andare a casa loro in città. *** E dopo questa bella fiaba tratta dal Poema Spirituale di Rumi, ora ci occupiamo del proverbio persiano di questa settimana. "Svegliati all'alba per avere successo". Il significato del proverbio è chiaro e semplice ma vediamo qual'è la storiella che secondo l'immaginario popolare degli iraniani ha originato questo proverbio. Il famoso re persiano Anushiravan aveva un vizir intelligente e sapiente dal nome Bozorgmehr. Quest'ultimo dava sempre consigli utili che aiutavano il re a risolvere importanti problemi del regno. Un giorno però il vizir diede al re un consiglio che offese il re e per questo Anushiravan decise di dare una bella lezione al suo ministro. La verità è che Anushiravan si intratteneva fino a notte tarda con i banchetti di corte e per questo, le mattine, arrivava molto tardi a corte e iniziava ad occuparsi degli affari del regno in ritardo. Bozorgmehr che era stufo di questa situazione un giorno si rivolse al re e disse: "O sire, perchè la notte dormite tardi?". "Per essere felice e divertirmi. Il re non deve essere felice?", disse Anushiravan. "Certo sire! Ma dormire tardi vi fa pure svegliare tardi; è meglio che il re dorma presto e si svegli presto la mattina". Il re con grande superbia disse: "E perchè?". Bozorgmehr rispose: "Perchè si dice Svegliati all'alba per avere successo". Le parole del vizir fecero arrabbiare il re a dismisura, ma Anushiravan non lo diede a vedere e decise di farla pagare al ministro in una maniera particolare. Quel giorno convocò due delle sue guardie fidate e disse: "Domattina voglio che per strada prendiate il vizir, gli rubiate i vestiti e che lo lasciate senza indumenti in un luogo sperduto. Attenti però a non fare del male al vizir e a non essere riconosciuti". Le guardie risposero: "Ma per quale ragione?". Il re disse: "Fate ciò che vi ordino e non dimenticate, non dovete farvi riconoscere". Le guardie dissero sissignore e l'indomani si bendarono e mentre il vizir era per strada per raggiungere il palazzo del re, lo presero con la forza, e gli dissero: "Togliti i vestiti o ti uccideremo!". Bozorgmehr rispose: "Se siete poveri o avete bisogno di soldi io vi aiuterò; venite a corte e vi aiuterò di sicuro; non sapete che sono ministro". Le guardie che si erano finte dei ladroni dissero: "Chiunque tu sia dacci i tuoi vestiti o morirai". Bozorgmehr si vide costretto ad obbedire e dopo aver dato i suoi vestiti tornò di fretta a casa per rivestirsi e tornare a lavoro. Quell'imprevisto gli tolse un sacco di tempo e perciò arrivò più tardi del solito a corte. Quel giorno Anushiravan si era svegliato presto di proposito ed era pronto, seduto sul suo trono, quando il ministro arrivò. Quando lo vide disse superbo: "Cosa è successo vizir? Tu ci invitavi a svegliarci presto ma sei venuto a me tardi. Come mai?". Il ministro intelligente capì che tutta la questione di quella mattina era stata messa su dal re. Allora rispose con calma e disse: "Stamane dei ladroni mi hanno sbarrato la strada e mi hanno rubato i vestiti. Sono tornato a casa per rivestirmi e per questo sono arrivato in ritardo". Il re, deliziato da quella risposta disse: "Ah, ma guarda! Hai visto! Ecco la conseguenza negativa dello svegliarsi troppo presto. O Ministro, credi ancora che svegliarsi presto porti successo?". Il ministro disse: "Certamente! O sire, so che rubare è un'azione ignobile, ma consideriamo quest'azione al di là della sua entità; anche i ladri, per avere successo, si sono svegliati presto la mattina; loro si erano svegliati prima di me. Se io mi fossi svegliato prima di loro avrei avuto successo io e non loro. Allora credo che si possa sostenere comunque che svegliarsi presto è motivo di successo". Da allora, in Iran, questa frase è divenuta un proverbio molto diffuso: "Svegliati all'alba per avere successo". Radio Italia IRIB