Fiabe persiane (65): l'uccello che lascio' lo stormo + proverbio "il commerciante mangia il formaggio nel barattolo"

C'era taluno, non c'era qualcuno, oltre al buon Dio non c'era nessuno. Si narra che una volta un uccello si staccò dal suo stormo per scegliere un luogo dal buon clima dove poter vivere. L'uccello voleva trovare un posto adeguato e poi informare i suoi amici ed invitarli a migrare nella terra da lui scoperta. L'uccellò volò giorno e notte nel cielo turchino e senza fine, fin quando vide da lontano una prateria che assomigliava al Paradiso. Ebbe la sensazione di aver trovato la sua terra perduta e quindi si posò sul ramo di un albero ed iniziò a scrutare con attenzione i dintorni. Un silenzio incredibile regnava in quella prateria incantata e l'uccello iniziò a chiedersi come mai nessun animale vivesse da quelle parti. Pensò quindi che fino ad allora nessun uccello fosse arrivato lì e fu felice di aver trovato un luogo così « intatto » per una vita tranquilla e senza problemi. L'uccello decise di darsi da fare subito e di costruire velocemente un nido per trovare già un rifugio al suo ritorno. Lo scherzo del destino però, volle che proprio più in là, fosse stesa la rete di un cacciatore che aveva usato come esca un pò di grano fresco. Il cacciatore si era ricoperto di foglie e rami e stava immobile a poca distanza, e sembrava un grosso cespuglio. L'uccello si posò proprio davanti al cespuglio e si accorse subito che lì c'era qualcosa di strano. Andò avanti e chiese : « Chi sei tu ? Sei una pianta ? Ma che pianta sei, non ne avevo viste finora come te ! Alcune parti del tuo corpo assomigliano a quello degli umani ; sembri più un uomo che una pianta ! ». Il cacciatore che capì di essere stato scoperto nonostante il tentativo di mimetizzarsi disse : « O caro uccello ! In realtà io sono un asceta che mi sono ritirato in questo eremo solitario per pregare il Signore ». « Un asceta qui ? », si chiese l'uccello incredulo. Il cacciatore disse : « Cosa c'è di strano. Io sono veramente un asceta. Io ho lasciato tutta la mia vita per venire quì a pregare. Un giorno decisi di lasciare la mia bottega e di ritirarmi nelle montagne e nei deserti per la preghiera. Ma poi accadde quel fatto ». « Quale fatto ? », chiese l'uccello. Il cacciatore astuto disse : « Un giorno il mio vicino morì, senza che fosse malato o avesse problemi alla salute ». « Certo la morte non avvisa prima di venire », rispose l'uccello. « No, non dire così, non devi credere che sia cosa da nulla. Io non sono riuscito a passare accanto a questa vicenda con indifferenza », disse il cacciatore. L'uccello disse : « E va bene e poi cosa hai fatto, qual'è la lezione che hai preso dalla morte del tuo vicino ? ». « Ho capito che questa vita è effimera e instabile ; e la lezione che ho preso è di ritirarmi ancora di più dalla vita normale e trasformarmi, come vedi, in una pianta, e pregare Dio giorno e notte ». L'uccello fece una risata e disse : « Mi auguro che Dio ti guidi sulla giusta strada. Ma non hai problemi con la fame, la sete ed il freddo ? ». L'uomo disse : « Per anni ho vissuto in una casa comfortevole e mi sono nutrito con cibi deliziosi. Ora devo sopportare questo stato per avvicinarmi a Dio". Amici vi racconteremo la prossima settimana il seguito di questa fiaba. Ma il programma di oggi prosegue e tra poco vi parleremo del proverbio di oggi. *** Il proverbio persiano di questa settimana è questo "Il commerciante mangia il formaggio nel barattolo". Ma per capire il significato di questo simpatico modo di dire vi narriamo la storiella che secondo l'immaginario popolare persiano l'ha originato. Si narra che in una città, nei tempi antichi, viveva un commerciante che era molto ricco ed aveva la mania di raccogliere oro e gioielli. Lui cercava di ridurre al minimo le sue spese per poter raccimolare sempre più monete d'oro. Il commerciante era molto soddisfatto della sua vita ma la sua famiglia soffriva per via dell'avarizia dell'uomo e riusciva a stento a sopravvivere. Il commerciante aveva un figlio che era innamorato del formaggio. Il commerciante però non voleva che suo figlio divenisse uno spendaccione e che sciupasse i suoi soldi per comprare il formaggio. Per questo un giorno raccolse tutto il formaggio che avevano in casa in un barattolo e disse : « Non hai più il diritto di mangiare formaggio a meno che te lo dica io ». « Ma perchè papà, il formaggio è velenoso ? », chiese il ragazzo. « Per te è anche peggiore del veleno, disse l'uomo. Se non sto attento a te mangierai una montagna di formaggio ogni giorno ». Il commerciante mise il barattolo nel suo armadio e lo chiuse per bene. E poi disse : « Quando vorrai del formaggio dimmelo, io te lo darò. Se mi darai ascolto potrai mangiare formaggio per anni senza che questo barattolo finisca ». Il ragazzo che non credeva alle parole del padre fece silenzio lo stesso e decise di ascoltare le parole del padre. L'indomani andò dal padre e disse : « Papà, ho fame. Mi dai un pò di formaggio ? ». Il padre disse : « Cosa vuoi fare col formaggio ? ». « Voglio mangiarlo, che domande sono queste ? ». « E allora vai a prendere un pò di pane » , disse il commerciante. Quando il ragazzo portò del pane il commerciante prese il barattolo e dopo strofinò un pezzo di pane su di esso e dopo disse : « Uhhhhm...Com'è buono il pane col formaggio ! ». Anche il figlio dell'uomo fece lo stesso e poi mangiò il pane dicendo però che il pane col formaggio era buono, proprio come aveva fatto il padre. Da quel giorno in poi, quella divenne un'abitudine. Un giorno il commerciante rimase fuori per lavoro e non riuscì a tornare a casa. Il ragazzo che era affamato non riuscì ad aprire l'armadio chiuso a chiave e per questo strofinò il suo pane sulla porta dell'armadio e poi lo mangiò. Quando il commerciante tornò credeva che come ogni giorno il figlio gli avrebbe chiesto il formaggio. Ma il ragazzo non lo fece e per questo suo padre gli chiese perchè non mangiava. Il ragazzo gli spiegò di aver fatto da solo ma ricevette una sberla dal padre. Quando si ribellò il padre gli disse : « Ragazzo ingordo ! Mangi formaggio ogni giorno ! Non potevi aspettare qualche minuto oggi, in modo che anch'io arrivassi. Tu non sarai mai un bravo commerciante ! ». Da allora in Iran, quando si vuole indicare qualcuno che è molto tirchio gli si dice : «Il commerciante mangia il formaggio nel barattolo ». *** "Siamo scesi e c'era l'acqua, siamo saliti e c'era il cielo, fino alle prossime fiabe, che Dio vi protegga!". Radio Italia IRIB